'ndrangheta, la Commissione d'indagine: a Saint-Pierre potere egemone di Carcea

Nel Comune commissariato 'gestione amministrativa improntata all'improvvisazione' e famiglie che non pagavano i tributi

 

Saint-Pierre

SAINT-PIERRE. Prima dello scioglimento per infiltrazioni mafiose, sul Comune di Saint-Pierre incombeva il "potere egemone di Monica Carcea (ex assessore, ndr) al quale la compagine amministrativa e il vertice politico non hanno saputo porre un adeguato argine". Lo scrive la commissione d'indagine sull'Amministrazione comunale nella relazione, pubblicata in Gazzetta Ufficiale, che ha preceduto il commissariamento del paese alle porte di Aosta coinvolto nell'inchiesta Geenna sulla 'ndrangheta.

A Saint-Pierre la commissione ha trovato una "gestione amministrativa improntata all'improvvisazione e al disordine, pur potendo l'apparato contare su un organico non particolarmente scarno, benché connotato da frequenti avvicendamenti: si sono infatti riscontrate gestioni anomale del cimitero, della materia generale degli affidamenti assegnati sempre ai medesimi operatori, in spregio al principio di rotazione degli incarichi, della gestione del processo di approvazione del piano regolatore generale. La spiegazione fornita è stata quella di voler promuovere l'imprenditoria del territorio: si tratta di un'intenzione che, benché in termini astratti può essere comprensibile, deve tuttavia sempre fondarsi su basi di legalità e di rispetto delle regole". Inoltre la commissione evidenzia che "uno degli imprenditori che lavora più frequentemente per il Comune di Saint-Pierre, anche per la gestione di fatto del cimitero, è Davide Bochet. Questi, benché allo stato non risulti essere contiguo alla criminalità organizzata, ha annoverato alcune forme di collaborazione professionale con il marito di Monica Carcea".

Questa "situazione di disordine amministrativo costituisce evidentemente terreno fertile per la pervasione di forme di illegalità e per le mire tentacolari della compagine criminale".

I commissari evidenziano inoltre una "ulteriore forma di superficialità manifestata dall'amministrazione riguarda la gestione della riscossione delle imposte Tari e Imu, situazione generale di cui si è indirettamente avvantaggiata anche la stessa famiglia Di Donato/Alexandru, già residente presso il Comune di Saint-Pierre e che non ha mai pagato i tributi".

La commissione è giunta alla conclusione che "la locale in generale progetta una prospettiva politica di Monica Carcea" di "medio lungo periodo in modo da poter consolidare il controllo sul Comune di Saint-Pierre: è in quest'ottica che si spiega la visibilità e il protagonismo che Carcea persegue costantemente nel corso del suo mandato".

 

Marco Camilli

 

 

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