Courmayeur, vietati i grandi cartelloni pubblicitari nei cantieri del centro

Nelle aree periferiche cartelloni autorizzati. Al Comune andrà una quota dei proventi dei privati

 

Courmayeur

Courmayeur mette al bando i grandi cartelloni pubblicitari nei cantieri del centro storico. Il consiglio comunale ha cambiato il regolamento sugli impianti pubblicitari e sulle affissioni vietando le grosse immagini pubblicitarie nei cantieri nel centro del paese e permettendole altrove.

La ratio delle modifiche, ha spiegato in consiglio comunale il vicesindaco Federico Perrin, è «tutelare il paesaggio urbano». Courmayeur viene divisa in due, «la zona del centro storico dove è fatto divieto di inserire gigantografie in aeree di cantiere, diversamente tale attività sarà permessa nelle zone non centrali».

In parallelo è stata approvata la «compartecipazione per il Comune per tale attività, pari al 30% dei proventi pubblicitari introitati dai privati».

Il gruppo di opposizione Esprit Courmayeur ha espresso voto contrario alle modifiche. «Il privato prima poteva ridurre i costi di intervento su ristrutturazioni in centro, ora con questa modifica si toglie tale opportunità. Si creano disparità di trattamento tra chi ha edifici in centro e chi fuori», il parere di Stefano Miserocchi. «Al posto di eliminare questa opportunità, sarebbe stato opportuno implementare il regolamento in vigore per eliminare le criticità emerse in questi anni».

Nella replica il Roberto Rota ha evidenziato che «di fatto nelle zone periferiche questa pratica non è utilizzata perché non porta benefici di visibilità e quindi la scelta adottata non danneggia nessuno». Il sindaco ha ricordato i problemi delle pubblicità tra brand concorrenti, «tra quelli che avevano stipulato accordi con il CSC e quelli di privati in aree di cantiere. Con la differenza che gli introiti derivanti da questa attività perseguiti da CSC vanno a beneficio del territorio e dell’intera comunità, quelli dei privati no».

Secondo Rota  «non avere pubblicità in centro paese impattanti è un valore aggiunto».

 

 

Clara Rossi

 

 

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