Condominio all'Arco d'Augusto, Comune di Aosta condivide le critiche

L'amministrazione comunale commenta 'l'inserimento fuori scala del nuovo edificio', ma il progetto è in regola e negare il permesso edilizio sarebbe 'illegittimo'

 

Arco d'Augusto

Cambiare alcuni aspetti dell'attuale "legge casa" del 2009 per tutelare maggiormente i centri storici e il patrimonio architettonico: lo chiede il Comune di Aosta commentando in una nota il progetto edilizio di un nuovo condominio con affaccio sull'Arco d'Augusto

Il progetto prevede la demolizione e la ricostruzione di edifici oggi abbandonati situati a pochi metri dall'Arco d'Augusto usufruendo della possibilità data dalla "legge casa" di ampliare fino al 35% i volumi preesistenti. Il nuovo condominio costruito secondo un design moderno molto diverso dal resto del centro storico avrà un impatto visivo importante e per questo ha fatto storcere molti nasi. Tuttavia il permesso di costruire è stato rilasciato

L'amministrazione comunale spiega di condividere le "conclusioni critiche espresse dalla Commissione edilizia circa l'inserimento fuori scala del nuovo edificio". Nonostante ciò, il progetto del condominio "rispetta la normativa vigente e osserva le disposizioni date da parte dell'organo preposto alla tutela, circa il rispetto delle visuali su altri monumenti vicini, in particolare sul campanile della Collegiata di Sant'Orso". Di conseguenza "un diniego da parte degli uffici sarebbe risultato illegittimo".

In casi come questi "ci si trova di fronte a dimensionamenti che non sempre riescono ad inserirsi nel contesto", evidenzia l'amministrazione comunale, che chiede di dare "la possibilità ai Comuni, nella fase istruttoria dell'iter amministrativo, di ricercare un accordo tra l’organo consultivo e quello preposto alla tutela al fine di individuare il giusto ed equilibrato inserimento dei volumi potenzialmente ammissibili". 

Dopo il caso del condominio aostano e del progetto, altrettanto contestato, di "The Stone" a Cervinia, secondo il Comune di Aosta è "fondamentale" che il consiglio regionale intervenga "con una misura correttiva della legge regionale 24/2009 tale da impedire un aumento volumetrico così rilevante nei centri storici in tutta la Valle d’Aosta che rischia, in alcuni casi, di compromettere lo sviluppo armonico della trama edilizia e le esigenze di tutela del patrimonio architettonico". 

 

 

Clara Rossi

 

 

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