Francese, Nuti: forma di protezionismo che rischia di essere asfittica

Il sindaco di Aosta suggerisce un'apertura dei concorsi a chi non conosce il francese, con un impegno a impararlo

Il sindaco di Aosta Gianni Nuti

La prova di francese nei concorsi della pubblica amministrazione è una «forma di protezionismo che oggi rischia di essere asfittica e di far implodere la nostra collettività invece di farla germinare e proliferare come meriterebbe». Lo ha affermato il sindaco di Aosta, Gianni Nuti, discutendo in consiglio comunale una mozione sul tema del personale.

Toccando anche il tema dello spopolamento della Valle d'Aosta, il sindaco ha aggiunto che «una delle strategie per contrastare il calo demografico è anche quella di aprire all'immigrazione intellettuale». Una immigrazione intellettuale che, allo stato attuale, non sarebbe favorita. «Come si fa ad aprire all'immigrazione intellettuale? Si aprono i concorsi a persone che magari il francese non lo sanno oggi - ha detto Nuti -, ma le impegni in un anno a saperlo a menadito». Queste persone «intanto vengono in Valle d'Aosta, si insediano, conoscono il territorio, magari si fidanzano pure se sono soli e poi costruiscono una famiglia all'interno di questo contesto. E in più abbiamo del personale qualificato, con un meticciamento e una mescolanza di intelletti che ha sempre fatto bene all'umanità da quando l'umanità è su questa Terra».

Questa ipotesi «non va a inficiare nessuno dei nostri presupposti dell'autonomia - ha evidenziato il primo cittadino -, perché io il francese te lo chiedo, come succede nell'Alto Adige, lo pretendo, ma ti do un lasso di tempo per poter acquisire quel tipo di competenze».

 

 

M.C.

 

 

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