Il capoluogo valdostano undicesimo in Italia per vivibilità ambientale. Il sindaco Rocco: «salto di qualità nelle politiche comunali»
Aosta si piazza all'undicesimo posto nella classifica del rapporto Ecosistema Urbano 2025 sulla vivibilità ambientale nel capoluoghi di provincia italiani. Con un punteggio di 68,08, il capoluogo valdostano sale di diciassette posizioni rispetto alla scorsa edizione dell'indagine realizzata da Legambiente con il supporto di Ambiente Italia e Il Sole 24 Ore.
Il rapporto prende in esame diciannove indicatori. Nel caso di Aosta, il risultato migliore riguarda l'estensione della Ztl (5° posto in Italia). Il capoluogo si classifica nei primi venti capoluoghi per concentrazione media di Pm 10 (al 12° posto), concentrazione di Pm 2,5 (al 14°), dispersione della rete idrica (19°), raccolta differenziata (19°) e uso efficace del suolo (17°).
Meno brillanti i risultati di altri indicatori. Aosta si piazza cinquantesima per produzione di rifiuti pro capite e cinquantunesima per rapporto tra automobili e abitanti, energia rinnovabile prodotta su abitanti e variazione del consumo del suolo pro capite.
Il capoluogo infine si colloca nella parte bassa della classifica per quanto riguarda la presenza di alberi (76° posto), le isole pedonali (88°), passeggeri e percorrenza del trasporto pubblico (rispettivamente 78° e 62°) e consumi idrici (68°).
«I risultati del rapporto - commenta in una nota il sindaco neo eletto Raffaele Rocco – oltre a renderci soddisfatti per il buon risultato raggiunto da Aosta nell’anno in corso, gratificano l’Amministrazione nel suo complesso per l’andamento positivo degli ultimi anni che testimonia un salto di qualità nelle politiche comunali in materia di cura del territorio, salvaguardia dell’ambiente e, di conseguenza, del benessere dei cittadini».
Il primo cittadino annuncia di voler operare «in continuità con quanto realizzato nell’ultima consiliatura, ma cercando di migliorare e di incrementare le performance che ancora ci penalizzano, con particolare riferimento alla cura del verde pubblico e, in particolare, al numero di alberi per cui andrà programmato, non appena possibile, un censimento aggiornato capace di fornire le indicazioni necessarie per procedere con nuove piantumazioni e messe a dimora nelle zone più adatte e/o maggiormente carenti».
Elena Giovinazzo