Inverno 20/21, i dati dell'Ente bilaterale del turismo: lavoratori diminuiti del 75%

Il monitoraggio dell'Ente sulla stagione invernale 2020/2021 in Valle d'Aosta evidenzia un crollo delle aziende che versano quote soprattutto tra i ristoranti

 

Ristorante

La stagione turistica invernale 2020/2021 è stata disastrosa per la Valle d'Aosta. A causa delle restrizioni dovute alla pandemia e all'ondata di contagi la stagione in realtà non è mai iniziata e le tantissime attività del territorio che vivono di turismo invernale ne hanno patito le conseguenze.

Di statistiche se ne sono lette tante negli ultimi mesi. Ora un'ulteriore indicazione sull'esatta dimensione del danno economico subito dal settore arriva dall'Ente bilaterale del turismo della Valle d'Aosta che ha completato un monitoraggio del mercato del lavoro e della situazione economica e occupazionale in ambito turistico. La fotografia si concentra sulle aziende che, avendo dipendenti, versano quote all'Ente.

Dalla stagione 2019/2020 e alla stagione 2020/2021 il numero di aziende è diminuito di 35 punti percentuali: erano 1.061 e sono scese a 687. Ben 448 attività hanno cessato di pagare le quote e soltanto 74 hanno iniziato o ripreso a versarle. Il settore dei ristoranti è quello più toccato (-41%) seguito da attività alberghiere (-27%) e bar (-22%).

Inevitabilmente questa situazione si è riflessa sull'occupazione. L'Ente bilaterale regionale del turismo rileva nella stagione invernale 2020/2021 la perdita di tre quarti dei posti di lavoro. Il monitoraggio infatti riporta un numero medio di dipendenti crollato in media del 75% passando da 3892 dell'inverno 2019/2020 a 965 di cui appena 357 occupati nelle attività ricettive. Guardando ai diversi settori, i pubblici esercizi e le agenzie di viaggio hanno ridotto il personale del 60% e le strutture ricettive del 37%.

La distribuzione geografica del crollo dei dipendenti e delle aziende rispetta chiaramente la notorietà delle mete turistiche invernali: più la località era gettonata nel periodo pre-Covid e più è evidente l'impatto della pandemia e delle restrizioni. La zona che fa riferimento al Cervino è quella che ha subito i maggiori contraccolpi: quasi decimati i dipendenti (173 contro i 1115 della stagione precedente) e crollate le aziende (139 da 231). Anche in Valdigne gli effetti sono importanti: i dipendenti sono passati da 960 a 162 e le aziende che versano quote da 183 a 110. Solo nel comprensorio di Aosta e del Monte Emilius il numero di aziende ha sostanzialmente tenuto (da 276 a 216), ma con dimezzamento dei posti di lavoro (da 634 a 311).

 

 

Elena Giovinazzo

 

 

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