L'edilizia valdostana vive la peggiore crisi dal dopoguerra «E la politica è indifferente»

 

La Confindustria: persi 1.500 posti di lavoro e non c'è inversione di tendenza

Edilizia-gru2x300AOSTA. L'edilizia valdostana è ancora in crisi nera. Non c'è la minima traccia della luce in fondo al tunnel che alcuni settori iniziano ad intravedere e lo confermano i numeri della prima metà del 2015: il fatturato delle imprese è crollato ulteriormente dell'11 per cento, l'occupazione è scesa ancora del 12 per cento e le prospettive, intese come ordini, sono anch'esse in territorio negativo (-9 per cento). Per il settore questa è considerata la crisi peggiore dal dopoguerra.

Il grido d'allarme arrivato dalla sezione edile della Confindustria Valle d'Aosta, che ha diffuso i dati dell'osservatorio congiunturale sull'edilizia nella nostra regione, si mischia alle accuse rivolte a chi, secondo gli edili, potrebbe intervenire ma non lo fa. «Sono 1.500 i posti di lavoro andati persi dal 2007 nell'indifferenza della politica. Non c'è la voglia di venirne a capo» ha sostenuto Federico Jacquin.

L'intero settore è stato sostenuto nei decenni dagli appalti pubblici, ora però le risorse disponibili nelle casse della Regione sono praticamente azzerate e gli effetti sono sotto gli occhi di tutti. Le difficoltà sono enormi e, ha detto ancora Jacquin, «non c'è inversione di tendenza» considerate anche le magre prospettive offerte dal bilancio regionale per gli anni a venire. «L'anno scorso la Regione ha appaltato lavori per 13 milioni di euro, noi eravamo abituati a centinaia di milioni».

 

Clara Rossi

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