La pressione tributaria è la terza dell'area Euro, ma sui servizi c'è molto da migliorare
Quante sono le tasse pagate dagli italiani? A questa domanda ha dato una risposta l'Ufficio Studi della Cgia: "un centinaio, un elenco lungo di voci che include addizionali, accise, imposte, sovraimposte, tributi, ritenute, ecc..". C'è l'Irpef, che è quella più elevata; l'Imu/Tasi, la più odiata dalle famiglie; l'Iva, quella che si paga ogni giorno, e l'Irap, la più detestata dalle imprese, ma la lista è veramente lunga e variegata. Esiste ad esempio una tassa applicata dalle regioni sulle emissioni sonore degli aeromobili ed una sui gas incondensabili e sulle riserve matematiche di assicurazione e decine e decine di altre.
Tutta insieme la tassazione "pesa" mediamente per 8.000 euro sulle tasche di ciascun italiano (dati 2015), importo che sale a quasi 12.000 considerando anche i contributi previdenziali. "E la serie storica indica che negli ultimi 20 anni le entrate tributarie pro-capite sono aumentate di 76 punti percentuali, molto di più rispetto all'inflazione che, invece, è salita del 47 per cento" rileva la Cgia, secondo cui "ad un sistema tributario frammentato, che vessa cittadini e imprese con le sue tante scadenze fiscali, si accompagna invece un gettito estremamente concentrato: le prime 10 imposte valgono 417,7 miliardi di euro e garantiscono l’86 per cento del gettito tributario complessivo che nel 2014 si è attestato a 486,6 miliardi di euro".
Più nel dettaglio "le imposte che gravano di più sulle tasche dei cittadini italiani sono due e rappresentano più della metà del gettito (il 53,1%): si chiamano Irpef e Iva. La prima (Imposta sul reddito delle persone fisiche) garantisce alle casse dello Stato un gettito che supera i 161 miliardi di euro (il 33,2% ovvero un terzo del gettito) mentre la seconda sfiora i 97 miliardi di euro (19,9% del gettito)". Dal punto di vista delle aziende "le imposte che pesano di più sono l'Ires (Imposta sul reddito delle società), che nel 2014 ha consentito all’erario di incassare 31 miliardi di euro e l’Irap (Imposta regionale sulle attività produttive) che ha assicurato 30,4 miliardi di gettito (di cui 20,9 miliardi in capo alle imprese e la rimanente parte alle Pubbliche Amministrazioni)".
Cgia sottolinea come la pressione tributaria in Italia (30,1%) sia la terza più elevata dell'area Euro dopo Finlandia e Belgio, superiore di sette punti percentuali a quella tedesca. "Si tratta - commenta Paolo Zabeo, coordinatore dell’Ufficio Studi Cgia - di un podio ancora più negativo se si considera l'altra faccia della medaglia, ovvero il livello dei servizi che nel nostro Paese deve migliorare moltissimo. Il percorso assunto dal Governo e volto alla riduzione della pressione tributaria è necessario e apprezzabile, ma dovrà procedere in parallelo con il miglioramento del livello dei servizi e della loro qualità. In altre parole - conclude Zabeo - meno tasse e più servizi: solo così il paese potrà agganciare la ripresa e crescere su tassi in linea con quelli dell’Area Euro che, secondo le ultime previsioni della Commissione Europea, viaggerà ad un ritmo nettamente superiore a quello dell'Italia".
Clara Rossi