Il Naso Rosso, le emozioni di un clown dottore

Il libro di Missione Sorriso Valle d'Aosta è presentato oggi alle 18 nella sala consiliare del Comune di Nus


Missione sorrisoLe emozioni e i vissuti dell’essere un clown dottore. È questo il tema de Il Naso Rosso, il libro uscito in autunno 2021 per Edizioni tipografia Pensando che oggi alle 18 sarà presentato nella sala consiliare del Comune di Nus.

Un libro significativo perché racconta la potenzialità del volontariato di Missione Sorriso Valle d’Aosta, i cui clown dottori entrano in alcuni reparti del presidio ospedaliero Beauregard e in alcuni reparti del Parini. Un libro che parla di solidarietà umana di quelle persone che decidono di indossare un naso rosso per regalare un sorriso a chi ne ha più bisogno.

Un sorriso importante, come evidenza nella prefazione al libro la dottoressa Denise Vacca: «È mia ferma convinzione che la terapia del sorriso sia molto di più di “far ridere”, ma ho avuto piena consapevolezza di questo nella quotidiana attività lavorativa, osservando i clown dottori ogni sabato negli anni del mio operato in quella struttura». 

E la stessa Vacca, forte di questa convinzione, ha partecipato a uno studio che poi ha confermato con evidenza scientifica il contributo dei clown dottori nelle ricadute positive sul piano psicologico e biologico.

Ma, come si evince da queste splendide testimonianze, la ricaduta è duplice e regala moltissimo anche chi aiuta. Grazie all’impegnativo percorso di formazione o agli esercizi che costringono a cambiare punto di vista e abitudini di pensiero. «L’obiettivo del nuovo esercizio è alzare un compagno da una sedia con l’uso di due sole dita! Che assurdità! Ma come può chiederci una cosa del genere?». Se lo chiede la dottoressa Liolà che scoprirà preso di potercela fare, eccome. 

E anche grazie alla relazione con i pazienti che, per l’appunto, non è altro che scambio, come racconta il dottor Phono: «Ricordo un giorno, ero con il dottor Theo d’Oro. Di fianco alla stanza in cui era morto da poco un paziente, c’era quella di un signore che aveva perso il figlio qualche giorno prima. Bussiamo pensando che non ci farà entrare, ma subito veniamo smentiti. Stava pregando e ci dice di aver accettato con serenità la morte del figlio. La sua visione delle cose ci ha lasciati senza parole. Ci salutiamo e lui ringrazia per la visita. Forse eravamo noi a dover dire grazie per l’insegnamento ricevuto».

Da queste pagine emerge infine potente l’emozione che i Clown dottori riescono a regalare e che viene ricordata a distanza di anni: chi li rincontra in reparto li chiama ancora per nome e chiede di farsi un selfie con loro. Perché proprio quei clown hanno giocato un ruolo fondamentale nel loro processo di guarigione.

 

Nella sala consiliare di Nus si potrà non solo conoscere più in profondità questa attività di volontariato, ma si potrà anche acquistare il libro.

 

Veronica Pederzolli

 

 

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