Fuori programma nel dialogo tra il direttore artistico Carlo Pestelli e Gigi Venegoni
Colpo di scena a MusiCogne. Durante la presentazione del libro L’arte e il mestiere di Fabrizio Salmoni - avvenuta venerdì 18 luglio alle ore 11 - il direttore artistico di MusiCogne Carlo Pestelli dialoga con Gigi Venegoni, chitarrista, produttore e anima della band Arti&Mestieri e del collettivo di world music Venegoni&Co.
Venegoni racconta della scena del Prog italiano, dell’amore per Demetrio Stratos e di questo libro che è molto più che una sua biografia. È un quadro che fissa un pezzo della storia della musica italiana, attraverso musicisti, discografici e promoters. Così, tra un nome e l’altro, a Pestelli vien da chiedere: «e Fabrizio De André l’hai mai conosciuto?». «Purtroppo no», risponde Gigi, raccontando però di esser stato molto amico Mauro Pagani, che aveva conosciuto De André per la Buona novella (suonava l'ottavino in Maria nella bottega del falegname) e che poi diventò una figura cardine nella nuova svolta musicale di De André: «l’album Crêuza de mä è ancora oggi uno dei più riusciti esperimenti di world music - evidenzia Venegoni-. Pagani ne scrisse le musiche e devo dire che da lui mi feci raccontare tantissimo di Fabrizio. Addirittura mi rivelò che quando presentarono Crêuza de mä al discografico di Ricordi, lui decise di pubblicarlo con un "speriamo di venderne qualche copia almeno qui a Genova"».
Coup de théâtre: si avvicina al palco un uomo sulla settantina in tenuta montanara, cappellino, zainetto e occhiali da sole, chiama Pestelli ed esclama: «il discografico ero io».
Tra l’incredulità dei protagonisti e della quarantina di persone giunte ad ascoltare la presentazione del libro attorno a Gigi Venegoni, sale sul palco Alessandro Balossino, allora direttore di Casa Ricordi a Genova. «Ho ancora la cassetta demo del 1982. È un ricordo indelebile. A dire il vero l’aspetto che più mi aveva colpito era il fatto che io, che sono genovese, non ero riuscito a capire nulla di ciò che Fabrizio cantava in quell’album. Era un genovese antico, che stava al genovese come il provenzale sta oggi al francese».
Balossino poi racconta qualche ulteriore aneddoto su De André e la moglie, Venegoni ricuce sempre il quadro a livello musicale, Pestelli non perde occasione di fare una domanda in più. L’evento si conclude in un’atmosfera di fortissima emozione, amplificata anche dalle proposte musicali di Gigi Venegoni e Lautaro Acosta, straordinario violinista che Cogne ricordava ancora per l’incredibile performance alla prima edizione di MusiCogne. E oggi Lautaro non è stato da meno, anzi.
redazione