Viérin, dubbi sul nuovo governo: "sommatoria di numeri non basta"


Bilancio dei suoi otto mesi al governo. "Non rifarei il presidente della Regione"

 

Laurent Viérin

AOSTA. Un augurio di buon lavoro, ma anche scetticismo sulla capacità di tenuta della nuova maggioranza. Così Laurent Viérin nella sua ultima conferenza stampa da presidente della Regione organizzata nella tarda mattinata di oggi a Palazzo regionale.

Domani, salvo sorprese, si insedierà il governo guidato dalla Lega. Il governatore uscente fa gli «auguri di buon lavoro» al nuovo esecutivo e alla nuova maggioranza ma, sollecitato dalle domande dei giornalisti, aggiunge che «non basta fare una sommatoria di numeri per pensare di portare avanti un progetto. Serve collimanza di idee e di proposte».

Per ciò che riguarda l'Uvp, «seppure chiamati al tavolo della nascita del governo dei 10 più 7 più 1 non abbiamo ritenuto ci fossero le condizioni per partecipare, per coerenza con la situazione che si è venuta a creare - dice il governatore uscente -. Non abbiamo problemi ad abbandonare certi ruoli perché non siamo convinti di ciò che si sta costruendo». Ancora Viérin: «ciò che di spiace è che probabilmente questa legislatura inizerà come l'altra, se non altro in termini numerici» poiché domani come nel 2013 la maggioranza è formata da soli 18 consiglieri su 35.

Poi qualche frecciatina: «L'Uvp non è stata votata per governare ed è giusto che vada all'opposizione. Altri hanno preferito andare contro le proprie idee pur di governare».

Il presidente uscente rassicura sul fatto che domani l'Uvp sarà in aula e non punterà a far mancare il numero legale. «Garantiremo la presenza per consentire il pieno svolgimento democratico del Consiglio affinché si possa partire con la legislatura. La Valle d'Aosta ha bisogno di un nuovo governo e noi avremo un ruolo di opposizione e di controllo».

L'ultima conferenza stampa a Palazzo regionale è stata anche l'occasione per fare un bilancio degli otto mesi di legislatura o, come lo definisce Viérin, delll'ultimo miglio. «E' stata una legislatura molto difficille come sapete. Abbiamo cercato di portare avanti l'ultimo miglio per traghettare la fine di questo quinquennio e ho cercato di mettere a disposizione le mie competenze maturate negli anni negli altri settori. Alcuni risultati li rivendichiamo. Avevamo ereditato una situazione molto difficile e cercato di dare risposte alla comunità». Viérin cita tra le altre cose il dossier del traforo del Gran San Bernardo, la questione dei fondi europei, la gestione del Forte di Bard, i rapporti con Anas, i rapporti finanziari con lo Stato, la trasparenza nelle società partecipate. Il suo è stato «un governo dell'ultimo miglio che aveva altre idee; nato con uno spirito diverso rispetto a quello auspicato».

Tornando indietro rifarebbe il presidente della Regione? «Non è stata una mia scelta, i programmi erano altri. Sicuramente no - risponde -. Il progetto nato a ottobre non è stato capito dalla comunità. Non si deve andare a governare a tutti i costi e non era quello il nostro proposito. Volevamo fare un progetto con dei contenuti, non un rassemblmenent. In quel momento sicuramente avremmo dovuto interrompere la legislatura».

 

Elena Giovinazzo

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