Fibromialgia, Consiglio Valle boccia una proposta di legge

Fibromialgia, Consiglio Valle boccia una proposta di leggeAOSTA. Il Consiglio regionale della Valle d'Aosta ha respinto una proposta di legge per il riconoscimento, la diagnosi e la cura della fibromialgia. Il testo era già stato bocciato dalle Commissioni che lo avevano esaminato nelle scorse settimane.

I voti a favore sono stati 11, quelli dei proponenti di Lega, Mouv' e gruppo misto; 17 i contrari e 7 le astensioni. 

Nell'illustrare il disegno di legge il leghista Manfrin ha spiegato che l'obiettivo era «riconoscere sul territorio regionale la fibromialgia quale patologia progressiva e invalidante, ma anche a favorire l'accesso ai servizi e alle prestazioni oltre che ad adottare i provvedimenti finalizzati allesenzione».

Netta la contrarietà del governo regionale al testo. «Proporla in questi termini è un tentativo di raccogliere consenso senza badare alla realtà delle cose», ha accusato l'assessore alla sanità, Mauro Baccega. «È necessario agire in modo organico - ha aggiunto -. La diagnosi della fibromialgia è lunga e complessa ed abbiamo messo in campo un percorso articolato. Abbiamo approfondito la tematica con i medici e seguito il percorso della Commissione. C'è stato un finanziamento ulteriore dei LEA, proprio destinato alla fibromialgia: è stato quindi istituito un team interdisciplinare, al fine di prendere in carico i pazienti nel modo più corretto». 

Lo stesso concetto è stato ripreso dall'unionista Flavio Peinetti. «La fibromialgia è difficile da individuare e ha caratteristiche estremamente soggettive - ha affermato il consigliere -. È necessario un intervento molto stretto degli specialisti per individuare esattamente i soggetti affetti da questa patologia e destinare le risorse che abbiamo previsto. Portare l'attenzione su questa malattia è meritorio, ma è impossibile fare una legge per ogni singola malattia: aggiungere la patologia ai LEA è una strada di buon senso, così come sarà necessario inserire questa malattia nel piano regionale delle cronicità».

Anche il M5s ha espresso perplessità sulla «eccessiva semplificazione della presentazione di questa proposta. Il tema è complesso e deve essere preso in carico da una rete di professionisti diversi, del sistema sanitario e non solo. Di questo si sta discutendo in Senato, attraverso un percorso dedicato.» ha ricordato Maria Luisa Russo.

Secondo Paolo Sammarintani invece «la legge poteva essere uno strumento ulteriore rispetto all'inserimento nei LEA: avremmo potuto andare oltre, anziché aspettare che il problema sia affrontato altrove. La speranza dell'associazione dei pazienti era anche quella di avere dei percorsi chiari davanti a sé: stiamo perdendo un'occasione, attendendo che la legge nazionale esca dai pantani del Parlamento nazionale.»

 

 

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C.R.

 

 

 

 

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