Bilancio, Rete Civica: noi non approveremo il Defr


Rete Civica

AOSTA. I due consiglieri regionali di Rete Civica non voteranno a favore del Documento di economia e finanza regionale, il Defr, nel corso della riunione urgente del Consiglio regionale convocato da lunedì prossimo. Lo annuncia la stessa Rete Civica in una nota stampa dopo il mancato accoglimento degli emendamenti presentati in II Commissione.

Collegamento Cervinia - Monterosaski
Il movimento lamenta tre principali criticità e una di queste è il collegamento intervallivo tra i comprensori di Cervina e del Monterosaski. All'interno del Defr "da una parte la scheda afferma che occorre compiere studi propedeutici per valutarne la realizzabilità in termini di sostenibilità finanziaria, ambientale e urbanistica. Dall'altra la scheda afferma la necessità di partire subito con la progettazione degli impianti. E' una impostazione che Rete Civica non può condividere”, si legge nel comunicato.

Mobilità sostenibile
Altro punto dolente è il programma di installazione di nuove colonnine di ricarica sul territorio della Valle d'Aosta per i mezzi elettrici. E' necessaria una "integrazione della scheda del Defr, in linea con quanto è contenuto nella prima parte della legge sulla mobilità sostenibile approvata ad ottobre 2019. Non ci si può limitare a prevedere una implementazione di tre colonnine nel triennio quando, per favorire la mobilità elettrica, bisogna realizzarne molte centinaia", dice Rete CIvica.

Il futuro di CVA
Ai due precedenti punti, su cui Rete Civica aveva espresso perplessità già a settembre quando il Defr fu presentato, se ne è aggiunto un terzo e cioè gli indirizzi della Regione per la Compagnia Valdostana delle Acque. Secondo Rete Civica è necessario posticipare ogni decisione visto che la crisi di governo a Roma ha azzerato la componente statale della Commissione paritetica. "L'emendamento per spostare da febbraio 2020 a luglio 2020 il termine per raggiungere l'obiettivo della Norma di attuazione sull'idroelettrico, intesa come miglior strumento per affrontare la tematica CVA, è indispensabile - sostiene il movimento -. Corrisponde al vuoto operativo di 5 mesi determinato dalla crisi del Governo italiano e del conseguente stallo dei lavori della Commissione paritetica. Voler mantenere la data di febbraio 2020 significa che si intendono riprendere i disegni di privatizzazione che erano stati accantonati".

"Stante così le cose - conclude la nota - Rete Civica non potrà approvare il Defr".

 

 

 

Elena Giovinazzo

 

 

 

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