Sul commissario unico Morelli avverte: Testolin ci ripensi, il Consiglio potrà fare valere le sue istanze
AOSTA. Lo scontro politico-istituzionale che da giorni accompagna l'evolversi sul territorio valdostano dell'emergenza Coronavirus non si placa. Da una parte c'è il presidente della Regione Renzo Testolin (più o meno sostenuto dalla sua Giunta), dall'altra il resto del Consiglio regionale. Le posizioni delle due parti non sembrano destinare ad avvicinarsi, almeno per ora.
Eppure oggi in Commissione Servizi sociali, riunita in modalità telematica come imposto dalla situazione, qualche segno distensivo era sembrato esserci. È stato concordato un collegamento settimanale con il capo della protezione civile Pio Porretta per consentire ai consiglieri di avere informazioni aggiornate sulla situazione. Inoltre Testolin ha accolto la richiesta di un confronto tra presidenza della Regione, presidenza del Consiglio e capigruppo «al fine di evitare un cortocircuito comunicativo». Insomma, per utilizzare le parole della presidente della Commissione Patrizia Morelli (AV), «abbiamo rilevato la volontà del Presidente di comunicare di più e meglio con il Consiglio».
Rimane tuttavia immutato il nodo del commissario unico dell'emergenza, una figura che più forze politiche continuano a ritenere necessaria e quindi a richiedere malgrado il "no" ben scandito dal presidente Testolin qualche giorno fa in conferenza stampa e confermato anche oggi proprio in Commissione Servizi sociali.
Il Consiglio però su questo punto non demorde. «Abbiamo invitato il presidente Testolin a fare una ulteriore riflessione in merito», dice la presidente Morelli. E aggiunge: «Fermo restando che, in seguito alle valutazioni che i singoli gruppi vorranno fare, il Consiglio, ancorché in situazione di prorogatio, potrà fare valere democraticamente le sue istanze».
L'armonia che non sembra proprio volerci essere tra Consiglio regionale e Presidenza della Regione pare invece aver fatto capolino tra i gruppi consiliari impegnati nel preparare il nuovo provvedimento legislativo che dovrà dare risposte all'emergenza dal punto di vista sociale ed economico. Il tema è di competenza della Commissione Affari generali che si è riunita oggi alla presenza (rigorosamente virtuale) di 18 consiglieri in più rispetto ai 7 effettivi.
Il presidente Pierluigi Marquis (SA) riferisce di una riunione «molto proficua» spiegando che «è stato fatto un sensibile passo in avanti». L'obiettivo è presentare «una iniziativa legislativa entro la metà di aprile, dopo esserci confrontati con le parti economiche e sociali».
Alcuni punti fermi della proposta sono già definiti: si parla di trasferimenti di liquidità per famiglie e imprese e di favorire l'accesso al credito anche da parte di soggetti che non possono dare garanzie attraverso la creazione di un fondo per l'erogazione di finanziamenti a tasso agevolato. Tra le altre misure allo studio ci sono provvedimenti integrativi del decreto Cura Italia come indennizzi per le attività che hanno dovuto chiudere o hanno ridotto la produttività, contributi a fondo perso per le locazioni commerciali e artigianali, ammortizzatori sociali quali l'integrazione del reddito di ultima istanza. Il pacchetto di misure inoltre dovrebbe contenere un intervento sull'addizionale regionale Irpef e un sostegno al reddito delle famiglie nell'ambito di servizi erogati dalla Regione.
«I tempi sono strettissimi - evidenzia il presidente della II Commissione Pierluigi Marquis -, perché le famiglie e gli operatori economici non possono aspettare: il nostro intento è quello di non lasciare indietro nessuno. Io credo che in Commissione abbiamo trovato una bella condivisione e un modo di lavorare produttivo con uno sguardo già proiettato al dopo emergenza.»
Clara Rossi