Coronavirus, il Consiglio dei ministri impugna la legge anti-Dpcm

Contestata la violazione dei principi costituzionali su tutela della salute pubblica, leale collaborazione e ordine pubblico e sicurezza

Contestata la violazione dei principi costituzionali su tutela della salute pubblica, leale collaborazione e ordine pubblico e sicurezza

 

Valle d'AostaROMA. Il Consiglio dei ministri ha deliberato ieri sera, insieme al decreto-legge Natale, anche l'impugnativa della legge regionale 11/2020, la cosiddetta "legge anti Dpcm". 

La decisione del Cdm riguarda l'articolo 4 sulla gestione dell'emergenza sul territorio regionale e l'articolo 2 che consente (salvo ordinanze regionali più restrittive come quella attualmente in vigore) ai negozi, ai bar e ristoranti, agli impianti a fune e alle altre attività di rimanere aperti nel rispetto dei protocolli e del distanziamento fisico. Il governo contesta in tutto diciassette commi dell'art. 2 sull'apertura di negozi, bar, ristoranti, biblioteche, musei, servizi alla persona, attività ricettive e anche i commi riferiti agli spostamenti e all'uso delle mascherine, all'attività sportiva e motoria, alla coltivazione di superfici agricole, pesca e cura degli animali, alle manifestazioni, alle procedure concorsuali pubbliche e private, agli impianti a fune. 

Le disposizioni contestate "consentono la riapertura sul territorio regionale di una serie di attività che, al momento, in forza delle disposizioni del DPCM3 dicembre 2020, sono inibite o comunque fortemente limitate sul territorio nazionale, in ragione dell'emergenza epidemiologica determinata dal diffondersi del Covid-19", afferma il governo. Inoltre secondo l'interpretazione del Cdm "tali disposizioni eccedono dalle competenze statutarie e si pongono in contrasto con la disciplina dettata dallo Stato in materia di contenimento e di gestione dell’emergenza epidemiologica, in violazione dei principi costituzionali in materia di tutela della salute, di profilassi internazionale e di determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni da garantire su tutto il territorio nazionale.

La legge violerebbe anche i "principi di sussidiarietà, differenziazione e adeguatezza di cui all’articolo 118, primo comma, della Costituzione" e il "principio di leale collaborazione, desumibile dagli articoli 117, 118 e 120 della Costituzione, nonché in violazione dell’articolo 117, secondo comma, lettera h), della Costituzione, in materia di ordine pubblico e sicurezza".

 

 

Clara Rossi

 

 

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