Mutuo prima casa, dal 2022 potrebbero riaprire le domande a Finaosta

Intanto la Regione erogherà un contributo 'sostitutivo' che riduce il tasso dei mutui bancari

 

Finaosta

Dal 2022 la Regione potrebbe riaprire alle domande di mutuo prima casa erogate tramite la società finanziaria Finaosta. Lo ha anticipato mercoledì l'assessore regionale alle finanze Carlo Marzi intervenendo in Consiglio Valle.

Dallo scorso anno l'accoglimento delle domande è fermo a causa dell'enorme mole di richieste che si sono accumulate nel tempo. In base ai numeri forniti dall'assessore, all'inizio della legislatura risultavano 567 pratiche sospese per un importo di oltre 85 milioni di euro. Nei mesi trascorsi da allora gli uffici hanno smaltito buona parte delle istanze, ma oggi ne rimangono ancora 131 da esaminare del valore di 21,5 milioni. «Nelle prossime settimane erogheremo altri 6 milioni di euro per altre 45 domande», ha spiegato  l'assessore Marzi. «Con questi numeri, a partire dal 2022, ci troveremo nella condizione di valutare la ripartenza della raccolta delle domande per poter erogare il classico "mutuo Finaosta"».

La legge regionale di riferimento però potrebbe essere modificata e adeguata al nuovo contesto sociale ed economico post-pandemia della Valle d'Aosta.

In attesa del possibile sblocco dei mutui Finaosta la Regione potrà erogare una nuova forma di sostegno per la prima casa appena introdotta con una legge approvata mercoledì all'unanimità dal Consiglio Valle. La legge, una sperimentazione di tre anni, prevede l'erogazione di un contributo a fondo perduto che riduce fino a 1,5 punti percentuali il tasso di interesse applicato ai finanziamenti bancari alle famiglie che intendono acquistare, costruire o recuperare l'immobile che diventerà la loro prima casa.

«L'accesso a questo contributo una tantum avverrà attraverso una piattaforma che controllerà a monte l'Isee», ha spiegato ancora l'assessore Marzi.

Requisiti, percentuali di riduzione dei tassi di interesse, importi massimi e altri dettagli tecnici saranno definiti in un secondo momento dalla Giunta regionale tenendo conto che la legge mette a disposizione 2 milioni di euro per ciascuno dei tre anni di sperimentazione.

 

 

E.G.

 

 

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