Via libera alla nuova organizzazione del Servizio idrico integrato valdostano

Ok del Consiglio regionale al nuovo testo malgrado la contrarietà dei sindaci e i 4 milioni di euro "fantasma"

 

Fontanile

La Valle d'Aosta schiva il rischio di una procedura di infrazione e della potenziale perdita di finanziamenti e approva la nuova organizzazione del Servizio idrico integrato. Il provvedimento diventato legge è stato definito "epocale" durante la discussione che ha impegnato il Consiglio regionale per diverse ore.

La svolta consiste nella creazione di un unico Ambito Territoriale Ottimale (Ato) che copre tutto il territorio regionale. Niente più sub-Ato, dunque, bensì un gestore unico per tutta la Valle d'Aosta che, negli obiettivi della legge, dovrà anche garantire tariffe uguali per tutti i valdostani.

In questo contesto il Consorzio dei Comuni del Bacino Imbrifero Montano della Dora Baltea, il Bim, assume il ruolo di Ente di governo d'Ambito. Significa che dovrà approvare annualmente la tariffa del servizio e realizzare gli interventi previsti nel Piano d'Ambito su acquedotti, fognature, depurazione.

Nella relazione che accompagna il testo il relatore Albert Chatrian (Av-VdAU) ricorda che «occorre affrontare una manutenzione evolutiva delle reti, idropotabile e fognaria, nonché degli impianti di depurazione per ridurre le perdite e aumentare l'efficienza, al fine di contrastare la riduzione della disponibilità idrica attesa per il futuro».

Per finanziare gli interventi l'ente potrà ricorrere a mutui, finanziamenti (europei, statali, regionali) e attingere dal fondo comunale consorziale «costituito dai sovracanoni idroelettrici». Tuttavia in quest'ultimo fondo mancano all'appello 4 milioni di euro in attesa di uno specifico disegno di legge sui canoni di concessione che farà lievitare il canone da destinare al Piano d'Ambito. 

I 4 milioni mancanti corrisponde alla somma che la Regione ha deciso di trasferire nelle proprie casse «a decorrere dal 2022» per finanziare le attività di protezione civile. Contestualmente alla decisione di introitare la somma, durante il voto della Legge di stabilità lo scorso dicembre, il governo regionale aveva preso l'impegno politico di "restituire" l'importo individuando una diversa soluzione finanziaria, magari con il recente assestamento di bilancio. Però così non è stato.

Su questo punto critico della legge si sono concentrate nei giorni scorsi le contrarietà dei sindaci sintetizzate col parere negativo emesso dal Cpel. Parere che «non mi ha stupito per niente: mi aspettavo la critica», afferma oggi il presidente della Regione Erik Lavevaz. «Stiamo lavorando affinché questi 4 milioni rimangano strutturalmente al Bim», chiarisce poi.

Secondo il presidente della Regione l'aspetto da evidenziare è che «da quest'anno abbiamo invertito una rotta che esisteva dal 2012 che prevedeva che l'extra gettito dei sovracanoni venisse riversato alla Regione. Con la legge di stabilità 2022-2024 invece è introitato nel bilancio solo la metà circa», 4 milioni di euro appunto su circa 7,5 totali.

Malgrado quindi i dubbi dei sindaci, che compongono l'assemblea del Bim, la legge è «positiva».

Il testo è stato approvato con 18 voti a favore e l'astensione dell'opposizione.

 

 

Clara Rossi

 

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