Draghi: da Mattarella per comunicare le mie scelte. E rassegna le dimissioni

Ieri al Senato fiducia votata con soli 95 voti favorevoli. Il 2 ottobre possibile data delle elezioni anticipate

 

Draghi alla Camera

«Alla luce del voto espresso ieri in Senato, chiedo di sospendere la seduta perché mi sto recando dal presidente della Repubblica per comunicare le mie determinazioni». Il presidente del Consiglio Mario Draghi lo ha affermato questa mattina nel suo breve intervento alla Camera nell'ambito delle comunicazioni sulla crisi di governo. Una frase che anticipa quindi salita al Colle e rassegnare le dimissioni al Capo dello Stato dopo la giornata campale in Senato culminata con solo 95 voti favorevoli alla questione di fiducia posta dallo stesso Draghi.

La seduta della Camera riprenderà a mezzogiorno.

Pochi minuti dopo le 10 la comunicazione ufficiale del Quirinale: «Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha ricevuto al Palazzo del Quirinale il Presidente del Consiglio dei Ministri, Prof. Mario Draghi, il quale, dopo aver riferito in merito alla discussione e al voto di ieri presso il Senato, ha reiterato le dimissioni sue e del Governo da lui presieduto. Il Presidente della Repubblica ne ha preso atto. Il Governo rimane in carica per il disbrigo degli affari correnti».

Ieri la difficile giornata a Palazzo Madama era iniziata con l'invito di Draghi a concordare «un nuovo patto di fiducia sincero e concreto, come quello che ci ha permesso finora di cambiare in meglio il Paese». Poi la discussione generale, la lunga pausa chiesta dai gruppi di maggioranza interpretata da molti come un tentativo di trovare un'intesa dell'ultimo minuto per sostenere il governo, giri di telefonate tra i leader politici e Mattarella.

Il risultato delle consultazioni è invece la presentazione di due mozioni: una del senatore Casini ("Il Senato, udite le comunicazioni del Presidente del Consiglio dei ministri, le approva") e l'altra del centrodestra, a firma di Calderoli, Bernini, Romeo e De Poli, per "un Governo profondamente rinnovato rispetto agli indirizzi politici e nella propria composizione" senza M5s.

Il governo pone la fiducia sulla mozione di Casini: Forza Italia, Lega e Movimento 5 stelle annunciano di non partecipare al voto. «Mancherà il numero legale», afferma la presidente del Senato Castellati confrontandosi con un funzionario, ma i Cinquestelle rimangono in aula rendendo valida la votazione. Il risultato è 192 senatori presenti, 133 votanti e 95 voti favorevoli. A votare la fiducia anche il senatore Albert Lanièce con il gruppo per le Autonomie.

L'esito rende chiaro che il governo Draghi non ha i numeri per proseguire. Oggi quindi le dimissioni che portano a elezioni anticipate di qualche mese rispetto alla naturale fine della legislatura.

Le elezioni anticipate potrebbero svolgersi il 2 ottobre potrebbe essere la data delle elezioni anticipate, ma la data del voto dovrà tenere conto degli obblighi sulla presentazione della finanziaria. Con il voto in autunno il esecutivo si insedierebbe a ridosso delle scadenze con il rischio per l'Italia di dover entrare in esercizio provvisorio.

 

 

Elena Giovinazzo

 

 

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