In attesa del polo ospedaliero: dal 2008 spesi (almeno) 81 milioni per ristrutturazioni e adeguamenti

Guichardaz (Pcp): «Si continuano a mettere dei pezzi senza avere una visione generale»

 

Nuovo Ospedale

La Valle d'Aosta ha speso nell'arco di quattordici anni una media di oltre 5,7 milioni di euro l'anno per ristrutturare, rinnovare o adeguare in base alle necessità del breve periodo gli edifici che ospitano i presidi ospedalieri e le sedi territoriali sanitarie. Si tratta di 81 milioni di euro dal 2008 al 2021, secondo il dato comunicato in consiglio regionale dall'assessore alla Sanità, Roberto Barmasse, in risposta a una interrogazione di Erika Guichardaz (Pcp).

«Nel triennio dal 2011 al 2013 - ha precisato l'assessore elencando alcune delle spese sostenute negli anni - è stato finanziato l'adeguamento antincendio delle sedi territoriali attraverso una manutenzione straordinaria. Il 2017 ha usufruito di un finanziamento di 2,6 milioni di euro per la realizzazione della sala ibrida polifunzionale; nel 2018 sulla spesa per automezzi grava la sostituzione di 6 ambulanze a fine vita tecnica; nel 2021 sono stati assegnati i fondi per la ristrutturazione di Ortopedia, Terapia intensiva, Centro di procreazione medicalmente assistita e locali di via Guido Rey».

La spesa è avvenuta nel corso del lungo periodo di gestazione del presidio ospedaliero unico di viale Ginevra. Se fosse stato già pronto, il polo ospedaliero nuovo avrebbe di sicuro evitato almeno una parte delle ingenti uscite a carico del bilancio regionale, invece l'ampliamento di cui si parla da tre lustri è ancora lontano dal diventare realtà. Nemmeno la prima fase della nuova progettazione (quella che "rimpicciolisce" gli spazi ospedalieri per mantenere i ritrovamenti archeologici) è terminata. Nei prossimi anni di conseguenza servirà continuare mantenere, ristrutturare e potenziare per le necessità del momento degli edifici destinati allo smantellamento.

Ancora Barmasse: «In un tavolo tecnico del 28 giugno scorso i progettisti hanno illustrato la prima versione del masterplan dell'ampliamento e ristrutturazione del Parini, con particolare attenzione all'impatto sulla città (interferenze con la viabilità, parcheggi, cantierizzazione). Non sono emerse criticità tecniche tali da mettere in dubbio la realizzabilità dell'opera, pur dovendo salvaguardare gli spazi sottratti dai ritrovamenti archeologici». 

Ora la palla passa alla Sovrintendenza che deve dire la sua sulla compatibilità dell'ampliamento rispetto alla volontà di preservare l'area archeologica. «Le interlocuzioni con gli uffici saranno avviate dalla società SIV già entro la fine di questo mese - ha fatto sapere l'assessore alla Sanità -. A cavallo tra la fine di ottobre e l'inizio di novembre il tavolo tecnico sarà riconvocato per la discussione sui documenti ufficiali di questa prima fase progettuale».

In parallelo c'è da pensare a quello che sarà il futuro dei presidi oggi esistenti ad Aosta quando il nuovo ospedale sarà pronto. Per il Beauregard «il ragionamento è complesso», ha ammesso Barmasse. L'edificio ha dimensioni importanti e convertirlo per altri usi avrebbe costi significativi. Per la ex Maternità di corso Saint Martin de Corléans «si ipotizza che non manterrà destinazione sanitaria». Anche per questa struttura però non ci sono progetti concreti di usi alternativi.

Nel commentare le dichiarazioni di Barmasse, la consigliera Guichardaz ha sottolineato: «sono più di 20 anni che il dibattito si sta ponendo rispetto a questo ospedale: più questa cosa si trasforma, più costa e più si spezzetta». Sulla questione degli stanziamenti economici, «dai dati grezzi parliamo di 81 milioni dal 2008 ad oggi e di altri 15 milioni che ci erano stati comunicati in Commissione dal 2010 al 2020: siamo quindi a 106 milioni di euro», ha evidenziato. Inoltre «negli 81 milioni vi sono anche spese legate a costruzioni che nelle fasi successive saranno le superfetazioni che dovrebbero essere demolite». 

«Si continuano a mettere dei pezzi senza avere una visione generale - ha aggiunto la esponente del Pcp -: siamo molto preoccupate perché i costi finali ad oggi non si conoscono, senza contare le spesi correnti che stanno aumentando per tutti gli edifici, soprattutto quelli energivori come il Parini. Continuiamo a credere che una valutazione comparativa avrebbe dato ragione al nostro gruppo consiliare e che avremmo sviluppato un nuovo ospedale invece di continuare a frammentare quello che già abbiamo

 

 

Elena Giovinazzo

 

 

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