Ospedale Parini, JB Festaz, Variney: un triangolo per un pasticciaccio brutto

Intervista alla consigliera regionale Erika Guichardaz (PCP) sulla RSA di Variney e il trasferimento di pazienti e personale tra le diverse strutture

RSA

Parliamo di RSA. Innanzitutto, cosa sono?
«Sentiamo spesso parlare di RSA e molti le paragonano alle microcomunità, invece le RSA - Residenza Sanitaria Assistenziale - sono luoghi dove le persone hanno delle necessità sanitarie, di cura, maggiori rispetto agli ospiti delle microcomunità. All'interno delle RSA sono anche presenti pazienti con necessità superiori che sono seguiti nelle UAP, Unità di assistenza prolungata».

Quante sono le RSA in Valle d'Aosta?
«Le RSA attive sono quelle di Variney e Perloz. Sono gestite dall'Azienda USL che ad un certo punto ha deciso di mettere in appalto tutto il servizio medico-infermieristico-assistenziale direttamente a contatto con l'utenza. Un primo appalto di oltre 17 milioni di Euro, per 5 anni, che prevedeva anche l'RSA a Morgex, è andato deserto mentre al secondo - con importo aumentato in quanto gli anni sono passati da 5 a 3 - ha risposto solo una cooperativa del Canavese e solo per Variney e Perloz (l’RSA di Morgex è tuttora pronta, ma chiusa). Nelle due strutture l'Usl ha nominato il direttore sanitario, già con cumulo di incarichi, in regime di libera professione».

Concentriamoci su Variney: ad un certo punto è accaduto qualcosa.
«La vicenda di Variney inizia prima del mio ingresso in Consiglio. Già nel 2019 si parlava di trasferire lì la RSA, e alla fine è stata aperta al posto della microcomunità, smistando gli anziani che ci abitavano in altre strutture residenziali valdostane, ma è nel 2022 che l'assessorato regionale della sanità e l'USL hanno fatto la scelta di esternalizzare il servizio e poi di ampliare i posti letto trasferendovi quelli della RSA e UAP del J.B. Festaz di Aosta. Come gruppo consiliare, fin dall'inizio, eravamo contrarissime a questa soluzione sia per una collocazione geografica, Variney è molto più lontana dall'ospedale, sia per le competenze che si erano formate in quasi vent’anni al J.B. Festaz e che rendevano quella RSA un patrimonio da non disperdere e che garantiva un adeguato sgravio dell'ospedale per acuti. Oltre ad aver visto una differenza tra l’Azienda Pubblica J.B. Festaz e la Coop, nel trattamento USL il rimborso era a posto letto, per la Coop avviene anche a posto letto libero. Nonostante varie rimostranze la scelta dell'amministrazione è stata di esternalizzare e trasferire i pazienti a Variney - senza dati riguardanti l’efficacia e l'economicità dell’operazione - per realizzare al J.B. Festaz l'Ospedale di comunità (per cui sono in corso lavori di ristrutturazione) e di spostare il personale infermieristico altamente qualificato in ospedale per riaprire il reparto di Neurologia».

Ricapitolando: pazienti presi e trasferiti, esternalizzazioni, realizzazione dell'ospedale di comunità, trasferimento di personale all'ospedale Parini. Tutto questo è sanità?
«Quello che ho trovato più assurdo sin dal primo minuto è che nel mese di giugno, quindi due mesi prima del trasferimento dei pazienti da Aosta a Variney, si è deciso che gli infermieri del J.B. Festaz dovevano formare gli infermieri della cooperativa che ha preso l'appalto. Ho chiesto più volte di avere contezza di come sia andata la formazione, di avere le liberatorie dei pazienti "osservati", di conoscerne gli esiti, ma non mi è stato fornito nulla di sostanziale adducendo motivi di privacy. Ho più volte specificato che non interessavano i nomi e cognomi, bensì interessava capire se le persone che operano a Variney sono in grado e se hanno i titoli necessari per gestire i pazienti».

Quindi come è stato stabilito se il personale della cooperativa è in grado di assistere in pazienti?
«Con l'ultima interpellanza che ho presentato in Consiglio regionale mi è stato risposto che, genericamente, è stata l'Usl a stabilirlo. Ho intenzione di fare degli approfondimenti su questo. Sarebbe anche interessante capire se le persone formate tra giugno e agosto sono le stesse in servizio attualmente».

Di quante persone parliamo?
«Fino a questo momento nella RSA di Variney mi hanno risposto che hanno lavorato 17 infermieri, ma non so quanti attualmente vi siano attualmente in servizio».

A fronte di quanti pazienti?
«Dovrebbero avere 30 pazienti, di cui 10 di UAP quindi con un'elevata complessità. Abbiamo rilevato sin da subito che i minutaggi giornalieri previsti sulla carta, infermiere/paziente, sono diminuiti notevolmente, per le UAP (che sono i malati più complessi): erano 107 minuti al J.B. Festaz mentre adesso sono 72 minuti. Nell'ultima interpellanza l'assessore mi ha detto che questi dati non sono corretti. Chiederò lumi, forse hanno pensato a variazioni dell'appalto di cui però non hanno dato conto. A questo proposito, ci tengo a precisare che inizialmente l'appalto riguardava solo i pazienti di RSA, quindi non erano considerati i pazienti delle UAP, e di cui comunque era già stati disposto il trasferimento a Variney, senza – ribadisco – prevedere l’adeguamento dell’appalto. Dopo un pressing notevole in Consiglio, è stata fatta un'integrazione di appalto che rientra nei parametri di legge previsti per l'estensione degli appalti pubblici. Bisogna inoltre tenere conto che i posti disponibili di UAP sono insufficienti per il fabbisogno della Valle d'Aosta. Questo è un altro dei grandissimi problemi che riscontrano in questo momento i valdostani».

Su Variney c'è stata recentemente una polemica e anche di questo si è parlato in Consiglio Valle.
«La questione è stata portata all'attenzione da CittadinanzAttiva, un’organizzazione abituata a gestire segnalazioni di questo tipo e che le vagliano con notevole scrupolo e attenzione. Le segnalazioni si riferiscono anche ad alcuni decessi che, da quanto si legge, sembrano essere imputabili a delle mancanze: al fatto che si sia sottovalutato l'aspetto clinico dei pazienti o ci siano stati ritardi nel disporre l’accesso in Pronto Soccorso. Si è letto anche di persone che erano state definite "agitate" e che, per questo, sarebbero state semplicemente sedate senza un adeguato approfondimento del loro stato di malessere. La risposta dell'USL, che si è concentrata sul tasso di mortalità nella struttura, mi ha lasciata piuttosto costernata perché non era quello il problema sollevato. La cosa più grave però, secondo me, della risposta dell'USL è stata quella di evidenziare che si sarebbero chiesti i dettagli alle organizzazioni citate, ovvero i nomi dei segnalanti. Non serve sapere chi ha segnalato qualcosa, perché chi gestisce i malati sa chi è deceduto o inviato in ospedale e poi, forse, deceduto anche dopo la dimissione ospedaliera, e può capire se in qualche caso sia stata sottovalutata la situazione. Ci rassicura il fatto che l'assessore ha annunciato la costituzione di una commissione, definita “terza” perché costituita da dipendenti USL. Dispiace invece che l'Azienda non partecipi nemmeno in qualche modo al dolore e non comprenda la rabbia di quelle famiglie che si sono rivolte a queste associazioni non per rivendicare chissà quale diritto, ma semplicemente perché sperano che quanto accaduto non si ripeta su altri. Parliamo di malati, di emergenze, di persone decedute».

Qual è il tempo di percorrenza dal J.B. Festaz all'ospedale Parini?
«Sarà al massimo 4/5 minuti».

Da Variney?
«Non meno di 10/15 minuti e chiaramente dipende anche dagli orari visto che nella strada del Gran San Bernardo a scendere spesso si creano degli imbuti tali da non permettere nemmeno il passaggio dei mezzi di soccorso. Per non parlare dei dossi e della rampa che devono fare a piedi anche persone anziane, caregivers, lasciate dai mezzi pubblici nella strada sottostante».

E nelle emergenze i minuti possono fare la differenza.
«Sì. Noi fin da subito avevamo evidenziato che l'ospedale di comunità andasse pensato o nell'attuale Parini, realizzando un presidio unico fuori città anziché l'attuale ampliamento, oppure nella struttura di via Brocherel che da tempo è abbandonata. Si poteva lavorare con tutta la serenità e la RSA sarebbe rimasta al J.B. Festaz con gli operatori che già c'erano. La scelta che è stata fatta invece preoccupa sia per il presente, in cui i pazienti del nucleo Alzheimer ogni giorno hanno demolitori sopra la loro testa, sia per il futuro dei lavoratori. Se guardiamo le interviste fatte negli anni si era detto che Variney non sarebbe stata esternalizzata. Nel giro di pochissimo invece è stata esternalizzata. Purtroppo vedo che si sta andando sempre più spesso in questa direzione. Questo vuol dire abbandonare la sanità pubblica, che invece è sempre stato uno degli atouts della nostra regione insieme all'istruzione. Questi due aspetti erano la garanzia principale della nostra autonomia. Anticipo che la nostra attenzione sarà condotta anche verso l’RSA di Perloz, il cui avvio di gestione da parte della Coop era stato posticipato, per valutarne prima l’operato su Variney: abbiamo appreso che la Coop si è insediata anche lì, ma, con stupore, non attraverso il solito annuncio trionfale»..

 

 

Marco Camilli

 

 

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