Il partito accusa gli assessori Marzi e Carrel e aggiunge: è l'Usl a decidere le deroghe sugli abbattimenti
Le decisioni sulle deroghe alle misure da adottare in caso di bovini positivi alla Dermatite Nodulare Contagiosa spetterebbero all'Usl della Valle d'Aosta e non al Ministero della Salute. Lo afferma in una nota Fratelli d'Italia confutando quanto recentemente dichiarato dall'assessore regionale della Sanità Carlo Marzi in merito alla campagna di vaccinazione avviata per tutti i bovini presenti sul territorio regionale.
«Approfondite le norme in materia ( Articolo 13 del regolamento UE 2020/687 ) e aspettando la risposta del Ministero della Salute» alla domanda di prevedere eccezioni all'obbligo di abbattimento degli allevamenti, «ci risulterebbe che l'eventuale facoltà di concedere deroghe eccezionali su tale materia non competa al Ministero della Salute bensì alle autorità competenti per ogni Stato membro UE che, per la nostra Nazione, sono le Asl esistenti nei rispettivi territori», scrive in una nota il partito. FdI parla di «un grossolano errore o un colpevole sbaglio di destinatario per cercare di sviare le responsabilità».
«Intendiamo chiarire - prosegue il partito - che la decisione di vaccinare coattivamente tutti i bovini sul nostro territorio, oltre la zona di sorveglianza fissata nel raggio di 50 km dall’epicentro francese, è stata assunta unilateralmente dal governo regionale, diversamente dal vicino Piemonte» e dalla Lombardia, dove sono stati individuati focolai della malattia ma «non si è deciso di procedere, per ora, a nessuna vaccinazione obbligatoria per il restante territorio».
Secondo FdI la vaccinazione a tappeto è una scelta «legittima» ma «alquanto frettolosa e per la quale chiediamo che sia la Regione a doversi assumere chiaramente le totali responsabilità derivanti da ogni eventuale conseguenza economica che dovesse gravare sui nostri allevatori».
«Stigmatizziamo negativamente, infine, il comportamento politicamente incoerente e pilatesco dell’Assessore all’Agricoltura Carrel che, pur astenendosi perché in disaccordo sul provvedimento di Giunta di cui fa parte, avente ricadute dirette di potenziale grave impatto sul settore di sua diretta competenza, non ha sentito il dovere morale di dimettersi», conclude FdI.
redazione