Dal piano delle espulsioni del ministro Minniti sono escluse Valle d'Aosta e Molise
AOSTA. La riapertura dei Cie si farà. Ce ne sarà uno per ogni regione, saranno di dimensioni contenute ed al loro interno opererà un garante dei diritti degli immigrati. Il Viminale ha tracciato il nuovo percorso che dovrebbe rinnovare il sistema delle espulsioni degli irregolari.
I Centri di identificazione ed espulsione, attualmente in gran parte chiusi, sorgeranno in tutte le regioni ad eccezione di Valle d'Aosta e Molise per una questione di numeri. Potranno ospitare 80-100 persone al massimo, tutti immigrati senza documenti e ritenuti socialmente pericolosi (ad esempio con problemi per droga o furti), con una commissione nazionale permanente che vigilerà sulla vivibilità e sul mantenimento degli standard.
Il nuovo piano del ministro dell'Interno Minniti non interviene soltanto sui Cie e sulle espulsioni. Il Viminale è al lavoro per trovare accordi che facilitino i rimpatri nei principali Paesi di origine e allo stesso tempo per snellire l'iter delle pratiche di richiesta di asilo. In questo senso il pacchetto di provvedimenti prevede l'attivazione di commissioni territoriali appositamente formate e la possibilità di impegnare in lavori socialmente utili le persone in attesa di ottenere lo status di rifugiato.
Il progetto del ministero ha già incassato le critiche delle Regioni e, sul fronte politico, quelle del Movimento 5 stelle tramite il blog di Beppe Grillo: "Aprire un Cie per regione, come propone il ministro Minniti, rallenterebbe solo le espulsioni degli immigrati irregolari e non farebbe altro che alimentare sprechi, illegalità e mafie con pesanti multe (pagate dai cittadini italiani) per la violazione di sentenze della Corte di Giustizia Europa e della Corte costituzionale in materia di diritti umani".
Clara Rossi