AOSTA. Si è svolta lo scorso fine settimana una nuova riunione tra Regione e sindacati sul futuro dei vigili del fuoco della Valle d'Aosta, dopo il referendum votato a febbraio per abbandonare il Corpo regionale ed entrare in quello nazionale.
I tempi del dossier si annunciano ancora lunghi: la Regione da tempo sta aspettando risposte dallo Stato che per ora non sono arrivate e che tarderanno ulteriormente a causa della crisi politica in corso.
"Ogni equiparazione economica, giuridica e previdenziale dipende da un accordo con lo Stato e dal momento che lo Stato non ha risposto" e "la crisi rende i tempi ancora più lunghi", sottolinea in una nota il presidente della Regione Antonio Fosson in risposta ad un comunicato del Conapo.
L'incontro dello scorso venerdì "era propedeutico alla ripresa dei lavori della Commissione paritetica - precisa Fosson - che sta lavorando alla verifica di revisione ad una norma di attuazione dedicata alla questione sollevata con il referendum". Il presidente della Giunta conferma "la volontà della Regione di proseguire nel percorso delineato nei giorni scorsi" e presenta "una duplice ipotesi di lavoro. La prima - spiega - è volta a istituire un'area separata di contrattazione regionale che tenga conto delle specificità del settore e degli altri che si occupano di sicurezza. L’altra diretta a estendere l'ipotesi di norma di attuazione, prevedendo l'equiparazione dei vigili del fuoco regionali a quelli statali, non solo per gli aspetti previdenziali, ma anche per quelli relativi al trattamento economico e allo stato giuridico, come già previsto per il personale docente e per il comparto sanità, mantenendo la competenza e il servizio in capo alla Regione".
"Sulla questione economica - si legge ancora nel comunicato diffuso da Palazzo regionale - la posizione della Regione e dei funzionari è chiara: non appena saranno definite con lo Stato le modalità, saranno reperiti i fondi per l’equiparazione. E’ un impegno che tutta l’Amministrazione regionale ha preso, come è stato detto al tavolo, venerdì scorso".
E.G.