COURMAYEUR. Il tam-tam mediatico, si sa, induce talvolta ad ingigantire la portata di un evento. È accaduto con il ghiacciaio Planpincieux: la possibilità di parziali crolli ha velocemente destato l'interesse dei media e dei lettori in questo momento molto sensibili a tutto ciò che riguarda i cambiamenti climatici.
La notizia del Planpincieux si è diffusa a macchia d'olio fino a diventare per tanti la notizia di un enorme e pericoloso ghiacciaio che finirà per crollare su Courmayeur da un momento all'altro. Così non è, ma finora i tentativi di riportare tutto alla giusta dimensione sono serviti a poco. Courmayeur ora fa i conti con turisti e sciatori che meditano di annullare le vacanze ai piedi del Monte Bianco temendo per la propria incolumità.
«Fa più breccia la notizia di un'immane tragedia dovuta al cambiamento climatico rispetto al fatto che tutto sia sotto controllo», dice oggi in consiglio regionale il presidente Antonio Fosson puntando il dito contro quei giornali che «hanno accolto la notizia in maniera allarmistica e non oggettiva».
Fosson se la prende anche con il presidente del consiglio dei ministri Giuseppe Conte per aver «enfatizzato la situazione con la dichiarazione all'assemblea dell'Onu» che ha contribuito a peggiorare la percezione del problema ghiacciaio.
«Scoppiando l'allarme del collasso del ghiacciaio, è stato difficile riprendere in mano la situazione», ammette Fosson che comunque nel trambusto generale riesce a scorgere un aspetto positivo. «Da questa negatività di informazione - dice - si denota la positività di una Regione che fa molto per salvaguardare il suo ambiente e che studia i cambiamenti climatici. La Valle d'Aosta si propone come modello di studio e di attività, non solo da un punto di vista formale, ma anche operativo».
Clara Rossi