AOSTA. Da parte dell'autorità giudiziaria e delle forze dell'ordine c'è sempre la massima attenzione sul fenomeno dei condizionamenti della politica per mano della 'ndrangheta e della criminalità organizzata in generale: lo assicura il questore di Aosta Ivo Morelli.
In occasione dell'incontro di fine anno con la stampa, rispondendo alle domande degli operatori dell'informazione sulle inchieste giudiziarie che hanno travolto il Consiglio regionale, il questore Morelli invita a non trarre conclusioni affrettate ed a lasciare che la giustizia faccia il suo corso. «Non ci dobbiamo permettere di fare valutazioni che vanno oltre le conoscenze che abbiamo - evidenzia - . Quando una persona è indagata sta solo subendo degli accertamenti per verificare se un reato sia stato commesso o meno. Non dobbiamo giudicare una cosa non ancora giudicata».
Le intercettazioni che gettano un'ombra sugli indagati non sono una prova certa di reato. «Ci sono persone che parlano molto, ma questo non basta - dice Morelli -. Quell'atteggiamento deve concretizzarsi in un reato. La magistratura saprà valutare se si è trattato di chiacchiere al vento per pavoneggiarsi, per dare di sé l'idea di una persona che può fare cosa al di fuori delle regole».
In ogni caso il questore ha sottolineato che «chi governa deve essere nelle condizioni di farlo in trasparenza».
redazione