Confinamento e trend dei contagi: il punto sull'emergenza Coronavirus in Valle d'Aosta

Superati gli 800 contagiati totali, l'Unità di crisi regionale rilancia l'appello a rimanere in casa

 

Mercato

AOSTA. "Valdostani, rimanete ancora in casa". Ancora una volta l'appello arriva dall'Unità di crisi che si sta occupando di gestire l'epidemia sul territorio regionale .

La popolazione tutta deve continuare a seguire le disposizioni ed evitare ogni tipo di spostamento fuori casa che non sia motivato da scopi urgenti o di lavoro fino a quando non scatterà la "fase 2" evocata nei giorni scorsi dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Cosa che non avverrà sicuramente prima del 13 aprile (e forse nemmeno prima di maggio, ma ancora non ci sono certezze in tal senso).

«Non bisogna sottovalutare questo momento», avvisa il presidente della Regione, Renzo Testolin. È necessario resistere, dice: resistere alla tentazione delle belle giornate e del clima che si fa via via più favorevole, resistere alla voglia di uscire di casa, resistere allo stress della quarantena imposta ormai da quasi un mese. Vìolare l'isolamento sociale «può ricatapultarci nei prossimi giorni e nelle prossime settimane in una situazione decisamente difficoltosa». 

Presenze sul territorio in aumento

L'avvertimento è frutto della situazione che si sta verificando negli ultimi giorni: «le presenze sul territorio sono notevolmente aumentate» dichiara il presidente della Regione dando voce alle sue «sensazioni».

Il bollettino dei controlli riferito al 2 aprile indica 14 sanzioni a fronte di 916 verifiche effettuate dalle forze dell'ordine su persone trovate fuori casa; quello riferito al 1° aprile riporta 20 sanzioni su 938 controlli, quello del 31 marzo segnala 9 sanzioni su 731 controlli. Come lo stesso presidente della Regione ha precisato «i numeri delle forze dell'ordine sul territorio non consentono di effettuare più di tante verifiche».

Secondo Testolin quindi il dato delle forze dell'ordine, sempre molto attive, non fotografa l'esatta situazione sul territorio. Il presidente cita «segnalazioni che giungono anche via mail e sensazioni visive durante l'arco della giornata» che indicano come l'attenzione dei valdostani si stia allentando.

"Non ce lo possiamo permettere" è il segnale che l'Unità di crisi vuole trasmettere. 

Da qui la necessità evocata da Testolin e dal resto dell'Unità di crisi di «inibire tutte le possibilità di uscire sul territorio» e l'intenzione di impedire la ripresa del mercato settimanale di Aosta (leggi l'articolo su Aostaoggi.it) perché è impossibile contingentare gli accessi ad una piazza pubblica e impedire che si formino assembramenti che aiutano il virus a propagarsi velocemente tra la popolazione.

 

Il trend dei contagi

Con una percentuale di popolazione sottoposta a tampone più alta di diverse altre regioni del Nord (leggi l'articolo su Aostaoggi.it), al momento la Valle d'Aosta conta più di 700 persone infettate di cui si ha riscontro - più di 800 inserendo nel conto anche morti e guariti (leggi l'articolo su Aostaoggi.it). Avere il quadro generale della pandemia non è facile e in Valle d'Aosta per certi versi lo è probabilmente anche di più. L'operatività a singhiozzo del laboratorio di analisi dei tamponi rende veramente complicato valutare il trend dei contagi e farsi un'idea di come si sta evolvendo la situazione.

L'Unità di crisi ha fornito qualche dato che pare suggerire che la "curva" si stia stabilizzando (leggi l'articolo su Aostaoggi.it). Bisogna però essere molto attenti: i dati sono ancora assolutamente parziali e serviranno giorni per averne conferma o smentita. Comunque, anche se la stabilizzazione dovesse essere confermata, non bisognerà farsi illusioni: il confinamento a casa dovrà continuare.

«Le prime chiusure sono state fatte ai primi di marzo e solo adesso, dopo un mese, siamo ad una fase di" culmine" della patologia: iniziamo adesso a vedere qualche spiraglio», evidenzia il coordinatore sanitario dell'emergenza, Luca Montagnani. «Se molliamo le briglie adesso, ricominceremmo da capo», sintetizza.

Il coordinatore sanitario aggiunge: «sono due giorni che gli accessi al pronto soccorso per Covid-19 stanno leggermente diminuendo. Per essere sicuri che siamo in fase di discesa, questi accessi di devono mantenere costanti per almeno una settimana».

L'attenzione è rivolta dunque alla "curva" dell'epidemia che, anziché puntare dritta verso l'alto, dovrà iniziare a tracciare una traiettoria un po' più orizzontale.

In ogni caso «arrivare ad uno stato di curva piatta non vuol dire essere usciti dal tunnel», ha rimarcato Montagnani. «Usciremo dal tunnel quando i contagi saranno prossimi alle zero, e ci vorrà tanto tempo. Se abbassiamo la guardia adesso che siamo in un fase probabilmente di culmine, rischiamo di risalire subito».

 

Elena Giovinazzo

 

 

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