Spostamenti, spesa e controlli per Coronavirus

Riceviamo e pubblichiamo

 

scritturaMando questa lettera per raccontare di un fatto accaduto il giorno 16\4\2020 alle ore 17,30 sulla stale 26 nel comune di Saint Christophe. Non è il fatto in sè, ma le riflessioni che seguono il fatto che sono il cuore di questa lettera.

FATTO: Mi trovavo in questo luogo in quanto di rientro dall’approvvigionamento di beni non reperibili nel mio comune. Mi sono recato presso un supermercato di questo comune dove da anni è mia abitudine servirmi. I miei spostamenti avvengono in questo periodo in modo molto scrupoloso e quando possibile mi servo di una mia bicicletta. La scelta del mezzo di trasporto ha certamente destato l’interesse di un paio di agenti della polizia di Stato in borghese che erano appostati per i controlli di routine in questo luogo. Al loro alt mi sono fermato, ho esibito loro il mio documento di identità senza neanche chiedere altrettanta cortesia nell’esibirmi il loro in quanto, nell’accostare, ho prestatto attenzione alla dicitura ed al logo presente sulla paletta esibita.

Ho effettuato la dichiarazione di spostamento in modo verbale giustificando cosi il motivo della mia presenza in quel momento ed in quel luogo esibendo inoltre prova della verdicità delle mie dichiarazioni mostrando i beni acquistati e relativo scontrino fiscale. Mi hanno detto che la mia dichiarazione è stata studiata in modo furbesco per eludere all’ ordinanza regionale n 116. Ho confermato loro di aver accuratamente studiato l’ordinanza 116 e le succesive ivi compresi i chiarimenti resi pubblici per i comportamenti da adottare per I beni non reperibili nei comuni di residenza. Fiducioso del fatto di non aver commesso alcun abuso e di non essere sanzionato, mi attendevo di dover compilare e firmare l’autodichiarazione. Aimè, complici l’abito ed il mezzo, gli agenti mi hanno accusato di essere irrispettoso delle persone chiuse in casa e lige a differenza mia e che quindi mi avrebbero comunque sanzianato in quanto in loro diritto farlo.

Nell'udire tali affermazioni mi sono offeso ed irritato e non nego che la mia cortesia nei loro confronti si è notevolemte allentata fino a giungere in un acceso diverbio dai toni sostenuti in egual proporzione. Tale diverbio ha reso necessario la richiesta di aiuto di un’ alta pattuglia, questa volta non in borghese.

Ribadite le mie ragioni si sono in seguito gradualmente attenuati i toni di tutti i protagonisti. L’esperienza singolare si è conclusa in seguito ad una estenuante pittoresca conversazione se vogliamo anche gradita dato che vivo da solo e da settimane non parlo praticamente con nessuno dal vivo.

Anticipo le mie scuse, prima di proseguire il mio racconto, agli agenti coinvolti in questa vicenda per la quale continuo ad avere stima e fiducia per il prezioso lavoro da loro svolto, consapevole che la tensione di queste settimane è un denominatore comune in tutti.

Proseguendo nella descrizione dell’accaduto, sembrava ormai inevitabile la mia sanzione in quanto mi è stato detto che il supermercato in cui mi sono recato non è il più vicino a casa mia e me ne è stato menzionato un altro, forse il più conosciuto in Aosta, che non frequento.

Gli agenti della seconda pattuglia hanno deciso di procedere per gradi chiedendomi perché ho scelto la biciletta piuttosto che l’auto ed ho spiegato che avendo sospeso 2 su 3 assicurazioni sui miei mezzi di trasporto a motore ed avendo molto tempo a disposizione, sia per economia che per rispetto dell’ambiente, in questi giorni prediligo questo mezzo anche per fare un minimo di attività fisicia. In seguito, anche loro insospettiti dal percorso da me selezionato per lo spostamento, mi chiedono perché ho scelto quel supermercato. Ho spiegato di averlo scelto sia per abitudine che per la convenienza economica del prodotto principale acquistato. Pare che il prezzo sia stato l’unico giustificabile motivo in quanto in contemporanea è stata scritta la mia dichiarazione che ho letto e sottoscritto. Mi è stato restituito il documento ed attendevo la consegna della sanzione che mi avevano comunicato essere di circa 200 euro; quando l'agente che mi ha fermato cortesemente mi ha comunicato che potevo andarmene. Piacevolmete stupito, ho pedalato fino a casa.

Riflessioni: Ci avviciniamo ad una solenne data per la Repubblica Italiana, il 25 aprile. In questa data si celebra l’anniversario della liberazione d’Italia. Correva l’anno 1945, il nemico era un virus diverso dal covid 19 da cui cerchiamo di liberarci ora, ma ci sono delle affinità nel 2020 con il 1945. Forse oggi, mefaroricamente parlando, i partigiani sono coloro i quali, tra le strette maglie di decreti che qualche spallata alla costituzione la danno, si ricavano una fetta di libertà più grossa rispetto ad altri, più timorosi e fedeli ai messaggi televisi o semplicemente più impaurti o deboli. Questi partigiani del 2020 forse è bene rispettarli perché se qualcosa non dovesse andare bene il paese potrebbe aver bisogno di loro. Pedalando ci si muove, si pensa, si esiste, si medita e si sentono gli insulti di quelle persone che forse effettivamente non rispetto.

Queste persone dalle loro case fanno la stessa cosa che faccio io pedalando verso il supermercato: scaricano le loro frustrazioni personali, le loro tensioni, il loro disagio semplicemente in modo diverso da me. Per questo non mi sento ferito dal loro comportamento: provo compassione per loro. Se tutti facessero come me? Forse starebbero meglio anche loro. Metteremmo in pericolo alte persone? Per quanto c’è dato sapere no! Cosa ho fatto di diverso da loro? Come posso aiutarli? Sono un furbo e loro no? Il mio comportamento istiga la disobbedienza sociale!?

Forse è più giusto, più sicuro muoversi in auto o in moto. Credo si tratti di accettazione sociale di un rischio percepito. Io non istigherò nessuno a fare come me. Mi sento di poter dire che una cosa, se ti fa stare meglio, la puoi fare! Non insulto nessuno perché sta a casa o perché va in auto a fare una cosa che può fare a piedi o in bicicletta. La mia vocina si quieta e mi dice di rispettare le persone che si sentono più al sicuro a casa perché non entrerà nessuno nelle loro case ad infettarli se loro non apriranno la porta al loro untore. Sono libere di scegliere il comportamento che reputano migliore per la loro salute sanitaria e psicofisca.

Questo virus tira fuori il meglio ed il peggio di ciascuno, ma il rispetto delle persone e delle leggi e fondamentale ed anche il cavillo tra un supermercato che dista 9,5 chilomeri piuttosto che 10,5 in linea d’aria non fa differenza al virus. Se domani misurassi in percorrenza le stradale; i due percorsi potrebbero essere differenti magari a mio sfavore. Non ritengo necessario effettuare la prova empirica, che per altro sarebbe assai difficile giustificarla come necessaria ed urgente dal momento che tutto si è concluso nel modo più giusto.Mi accontento della misera soddisfazione da Geodeta di avere stimato in modo geograficamente più preciso il supermercato più vicino.

Augurandomi che chi ha investito del suo prezioso tempo nel leggere questa lettera ne abbia tratto piacere nell’ averlo fatto.

D.U. Arch Riccardo Deregibus

 

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