Scuola, prof denunciano: in Valle d'Aosta scoperte 241 cattedre su 445

Un gruppo di professori senza cattedra denuncia il 'disastro annunciato' a pochi giorni dall'inizio dell'anno scolastico

 

scuolaAOSTA. "L'emergenza sanitaria avrebbe potuto e dovuto rappresentare un'occasione per investire nuovamente sulla scuola valdostana che negli ultimi anni ha subito pesanti tagli", invece "oltre ad un aumento irrisorio degli organici, la ripresa a settembre vedrà ancora la presenza di alcune classi composte da 27 alunni e, fatto ancor più grave, con la presenza di più alunni con disabilità sullo stesso gruppo classe". La denuncia arriva da un gruppo di professori senza cattedra.

A quattro giorni dall'inizio dell'anno scolastico 2020/2021 "in Valle d'Aosta sono rimaste vacanti 241 cattedre sulle 445 indicate come necessità dall'organico di fatto", spiegano i professori citando alcuni dati: alle scuole medie sono scoperti 17 posti su 27 di francese, 14 su 24 di matematica e scienze, 6 su 7 di inglese. "La situazione delle scuole superiori non è migliore con 11 posti liberi di matematica su 12, 7 di matematica e scienze su 11, 12 su 23 nelle discipline letterarie". Quanto ai posti di sostegno, "alle scuole medie sono rimasti vuoti 43 posti di sostegno su 53 e alle superiori 17 e 33".

Secondo i professori senza cattedra si sta verificando "un disastro annunciato" poiché da anni mancano percorsi abilitanti alla professione e "le modalità di accesso alla professione di insegnante restano sempre in balia delle altalene politiche". Inoltre la procedura tramite chiamate dirette di cui si stanno occupando i dirigenti scolastici in questi giorni per coprire le cattedre "non offre garanzie assolute di trasparenza e in queste settimane (a disastro cattedre previsto da tutte le istituzioni) ha costretto segreterie e docenti a passare in rassegna centinaia di curricula".

Infine la questione concorsi. Secondo il gruppo di insegnanti "in una regione piccola e soprattutto a statuto speciale come la Valle d'Aosta, una procedura snella, veloce e meritocratica e che prevedesse anche il coinvolgimento dell'università regionale". Invece gli insegnanti lamentano un uso dell'autonomia "a senso unico, che sa più di chiusura che altro".

 

 

Clara Rossi

 

 

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