Uccide pony per errore, Tar conferma la revoca del porto d'armi

Rigettato il ricorso di un cacciatore a cui era partito un colpo a causa di una scivolata

 

Tar di AostaAOSTA. Il Tar della Valle d'Aosta ha confermato la revoca del porto d'armi ad un cacciatore responsabile di aver abbattuto un pony. 

La vicenda, nata da uno scivolone, ha avuto degli strascichi penali: l'uomo era stato denunciato in base all'articolo 638 del codice penale, poi il reato è stato modificato in maltrattamento di animali vista l'assenza di dolo. Il cacciatore infatti, rientrando da una battuta, era entrato in un'area recitata finendo con lo scivolare mentre imbracciava il fucile carico. L'arma cadendo ha fatto partire un colpo che ha centrato e ucciso un pony all'interno del recinto. Per queste accuse la procura di Aosta ha poi chiesto l'archiviazione, tuttavia la Questura ha deciso di revocare il porto d'armi per "inaffidabilità".

I giudici amministrativi, con sentenza pubblicata oggi, hanno confermato la validità della decisione del questore e rigettato il ricorso che ne chiedeva l'annullamento.

Nel caso specifico "il quadro denota un uso non del tutto cauto dell'arma, combiato a imperizia nella dislocazione con fucile carico", scrive il Tar.

Più in generale, nel concedere la licenza all'uso delle armi "il giudizio sull'affidabilità, che costituisce il presupposto normativo per l'emissione della autorizzazioni di polizia in assenza di elementi ostativi, è particolarmente severo tanto che anche un singolo episodio può assumere un peso prevalente rispetto ad una precedente condotta che non abbia dato rilievi anche per un lungo periodo". Inoltre si tratta di "valutazioni di carattere ampiamente discrezionale, non sindacabili nel merito, ma unicamente nei casi di errore sui presupposti di fatto o di palese irragionevolezza, ed improntate all’ottica della prevenzione di rischi connessi all’uso delle armi.

 

 

Clara Rossi

 

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