«Solo con una diversa gestione delle separazioni e dell'affidi si contribuirà a ridare fiducia ai possibili genitori»
AOSTA. La motivazione alla base della diminuzione delle nascite in Italia «va ricercata anche nella cattiva gestione dell'affido dei figli da parte della magistratura chiamata a sentenziare sul loro affido, sul diritto di vista del genitore non più convivente con loro e sul loro esoso mantenimento, quasi sempre a carico del genitore estromesso dalla prole». Lo afferma in una nota l'associazione Genitori Separati per la Tutela dei Minori.
«C’è una diffusa e incontenibile sfiducia nella procreazione dei figli per le conseguenze che i figli e il padre, in caso di separazione, devono subire nonché per lo stato di disagio e di miseria in cui vengono a trovarsi», evidenzia l'associazione. «La sfiducia nelle istituzioni è molto elevata - prosegue la nota - perché non sono in grado di garantire trasparenza, rispetto della bigenitorialità per i figli e della co-genitorialità per i due genitori e perché non combattono il business che si è pericolosamente venuto a creare attorno alle separazioni».
L'associazione si concentra in particolare sul ruolo dei padri, spesso genitori non collocatari, ai quali spetterebbe «dignità e pari opportunità genitoriali, lavoro ed accesso ai finanziamenti pubblici». In queste situazioni, afferma l'associazione, il padre è relegato al ruolo di «bancomat sotto scacco della madre collocataria e, se non paga, gli si aprono le porte del carcere per aver fatto venir meno il sostentamento dei figli, anche quando la genitrice è facoltosa ed investe le proprie risorse, e anche l'assegno di mantenimento per la prole che riceve dal padre, per viaggi e per una vita dispendiosa per sé, ma non per i figli».
Secondo l'associazione «compartecipi e responsabili dell'emarginazione di uno dei genitori (il non collocatario, cioè quasi sempre il padre) sono quei dipendenti degli enti locali che assolvono al proprio lavoro con molta discriminazione verso il padre, e di conseguenza verso i minori, quali gli assistenti sociali, gli psicologi, i mediatori familiari, gli educatori, i funzionari delle amministrazioni pubbliche, a cui compete il dovere del controllo sull'operato dei sopra citati dipendenti ma non lo fanno. I politici - prosegue la nota - seppur conoscendo le pecche di questi “professionisti”, per finalità elettorali, non formulano leggi chiare e vincolanti sull’affido nelle separazioni dei genitori; non impongono un Regolamento ai Servizi sociali che trattano la delicata materia dei minori e dei loro diritti “negati”; non garantiscono trasparenza nei finanziamenti che gli enti pubblici elargiscono ai figli e al genitore collocatario (quasi sempre esclusivamente la madre) nonostante che da quindici anni sia operante la legge sull’affido condiviso; non permettono al genitore non collocatario l’accesso all’informazione sui finanziamenti percepiti in nome dei figli e/o in quanto genitore separato con figli presso di cui collocati. Anzi, questi enti pubblici, ignorando la legge sulla privacy rispondono che non possono dare informazione sui figli al padre, da loro ritenuto un “estraneo”! »
«Con questi presupposti - continuano i Genitori Separati -, ovviamente, non si mettono più al mondo i figli e la decrescita delle natalità, ritornata di attualità in questi giorni, è e sarà inarrestabile, a meno che non si cambi tutto nelle pubbliche istituzioni e si faccia funzionare l'affido paritario con drastici provvedimenti per chi non fa vedere i figli al genitore non più convivente, per chi mette i figli contro l'altro genitore e per chi non paga i giusti alimenti per i figli. La cultura della rinuncia, sorta dopo la sperimentata impossibilità a far valere i diritti e doveri paritari per ambedue i genitori, investe figli, genitori e ambito parentale e si diffonde velocemente nella società. L’assegno unico, che slitta al 2022, e il bonus fino ad 800,00 euro al mese per i separati in difficoltà economica a causa del Covid 19 potrebbero rivelarsi solo interventi per pochi - avverte l'associazione, che non risolvono alla radice il problema della estromissione dei padri dai figli, di cui sono esclusivi responsabili giudici e servizi sociali».
Secondo i Genitori Separati per la tutela dei minori «solo con una diversa politica delle separazioni e una diversa gestione dell'affido, fatta veramente in nome dei minori, si contribuirà a ridare ai possibili genitori fiducia a procreare figli ed incrementare la natalità. Ma per fare ciò occorre richiamare alle proprie responsabilità, civili e penali, giudici, servizi sociali e loro dirigenti, che non effettuano i dovuti controlli e che non sanzionano i soggetti inadempienti».
redazione