Approvato a larga maggioranza un testo modificato rispetto alla versione originale. Ancora scintille tra Minelli e la maggioranza
A larga maggioranza il Consiglio regionale della Valle d'Aosta ha dato il via libera alla proposta di legge sull'uso della trazione a idrogeno per il trasporto ferroviario. Il testo approvato contiene delle modifiche rispetto alla versione depositata dal consigliere Claudio Restano (VdA Unie) esaminata in Commissione frutto di due emendamenti dei gruppi VdA Unie, PCP, UV, AV-SA.
Secondo la formulazione approvata, la legge riconosce l'idrogeno come sistema di accumulo, vettore energetico e combustibile alternativo alle fonti fossili.
Il testo dispone che la Giunta regionale consegni entro 180 giorni (non più 60 come indicato nella versione originale della proposta) al Consiglio Valle «uno studio di interventi per la mobilità a idrogeno finalizzato alle verifiche economiche, ambientali e di integrazione tra i diversi vettori energetici, fermi restando i già previsti interventi di elettrificazione della tratta Aosta/Ivrea» che Rfi sta progettando. Nella versione originale la proposta parlava di uno studio di interventi «mediante un confronto tra il sistema elettrico e quello a idrogeno».
Per quanto riguarda la Aosta / Pré-Saint-Didier «lo studio dovrà contenere la valutazione costi e benefici dell'utilizzo del vettore energetico idrogeno come opzione ulteriore rispetto a quelle oggetto di valutazione». In origine il testo chiedeva invece di valutare «il rapporto tra costi e benefici della sua riapertura, nonché realizzando un confronto tra la riapertura della tratta e il trasporto pubblico su gomma a idrogeno».
La legge è passata con 27 "sì", 7 "no" e 1 astensione. Il voto in aula è stato segreto, come chiesto dalla Lega VdA, ma nel dibattito che ha preceduto il voto i consiglieri intervenuti hanno fatto intendere la loro posizione.
Dal Pcp, gruppo da cui erano arrivate le principali critiche alla proposta sui treni a idrogeno, il consigliere Paolo Cretier ha posto l'accento sugli emendamenti. «Qualche volta la politica necessita di condivisione e non di chiusura - ha detto -: è quello che alcuni di noi hanno cercato di fare attraverso un confronto e mediando politicamente gli emendamenti condivisi poi da quasi tutti i colleghi. Non abbiamo barattato nulla, continuiamo ad avere la nostra idea progressista. Le due tematiche, elettrificazione e idrogeno, sono complementari e non concorrenti. Ora sta a noi fare le riflessioni politiche.»
Per Aurelio Marguerettaz, capogruppo UV, «su questo argomento si sta facendo una battaglia ideologica, ma ferrovia non è né di destra né di sinistra. Ad oggi, non sappiamo il costo finale complessivo dell'elettrificazione, non abbiamo nemmeno dati certi sugli effettivi vantaggi. Ciò non significa - ha aggiunto - che con questa proposta di legge si voglia bloccare il progetto da cui, comunque, ricaveremo pochi benefici. In effetti, il problema vero della nostra tratta ferroviaria non è la trazione, ma è il fatto di avere un binario unico».
L'ex assessora ai Trasporti, Chiara Minelli, ha mantenuto la sua contrarietà alla proposta. «La finalità originaria di questa proposta - ha accusato - era quella di stravolgere la legge 22/2016, che, invece, è una legge che ha segnato una svolta politica importante in questa regione. È una mancanza di rispetto nei confronti dei cittadini e delle loro organizzazioni che hanno indicato una strada». Minelli ha parlato anche di proposta «provocatoria: è stata presentata pochi giorni dopo l'annuncio dell'inserimento del progetto di elettrificazione nel PNRR. Il lavoro che come assessora ho compiuto per l'elettrificazione della Ivrea/Aosta si è svolto fra l'ostilità di alcuni consiglieri, lo scetticismo di altri e il silenzio delle forze autonomiste. Ho contattato entrambi i parlamentari ma ho avuto il solo sostegno della Deputata. Evidentemente - ha aggiunto la consigliera del Pcp - a qualcuno dava fastidio l'aver raggiunto il risultato che smentisce le politiche opposte portate avanti per decenni. In questa proposta di legge c'è stata una volontà di provocazione di un consigliere con l'appoggio di altri: una operazione tutta politica di qualcuno che vuole mettere in discussione la composizione della maggioranza e un punto fondamentale del suo programma, che sa di poter contare sul voto della minoranza, la quale non guarda al merito ma si frega le mani nel vedere la spaccatura in maggioranza»
Da parte della Lega, Nicoletta Spelgatti ha rilevato il «problema politico gigantesco» interno alla maggioranza. «Ho sentito parlare di unità di intenti ritrovata in maggioranza, però tutti hanno capito l'escamotage dei due emendamenti per rimandare il problema a data da destinarsi. In maggioranza su tutti i temi fondamentali emergono visioni agli antipodi».
Sempre per la Lega il vice capogruppo Stefano Aggravi ha evidenziato che «il progetto per l'elettrificazione attualmente non lo abbiamo e questo genera un problema: i limiti per il termine dei lavori è fissato dal PNRR per il 2026. Ce la faremo? Perché un conto è avere uno stanziamento di fondi, un altro è avere il progetto tecnico».
Nel dibattito è intervenuto anche il presidente della Regione, Erik Lavevaz. In ambito ferroviario «l'idrogeno non è una forma di propulsione alternativa all'elettrificazione - ha detto -, è l'accumulatore che permette di trasportare l'energia. La contropartita che possiamo eventualmente mettere sul tavolo è quella dell'impatto ambientale delle infrastrutture dell'elettrificazione». Secondo Lavevaz «le strategie di sviluppo della produzione a larga scala dell'idrogeno sono ai primi posti in tutte le potenze mondiali e questa proposta di legge rientra perfettamente in questo solco, richiedendo ovviamente approfondimenti calati sulla nostra realtà rispetto alla produzione sovrabbondante da fonti rinnovabili. Grandi spazi di sviluppo e sperimentazione, dunque, in cui bisogna lasciar parlare la scienza e la tecnica; solo dopo aver avuto un quadro chiaro, con dati certi, si potranno assumere scelte a livello politico». Per il presidente della Regione «non ci devono essere né posizioni né controposizioni ideologiche.»
E.G.