I privati e il Comune di Fénis vorrebbero inserire 1549 ettari. Ma il progetto è bloccato in Regione
Il Parco Naturale Regionale del Mont Avic potrebbe ampliarsi di quasi un terzo della sua estensione grazie alla volontà manifestata da privati e dal Comune di Fénis di inserire propri possedimenti all’interno del parco. Si tratta di 1549 ettari, che, sommati agli attuali 5744 ettari di estensione del parco, porterebbero a una nuova superficie di ben 7293 ettari. Tra i 1549 ettari previsti dall’ampliamento 1458 arrivano da proprietà private, tra cui anche l’Istituto Diocesano, mentre 91 ettari sono desunti da proprietà del Comune di Fénis. Tutta l’area di ampliamento è già riconosciuta come ZPS, ovvero zona di protezione speciale per la tutela dell’avifauna.
Proprio con questo scopo l’8 luglio 2018 fu creato il Comitato per l’ampliamento del Parco Naturale Regionale del Mont Avic, presieduto da Giuseppe Peaquin. Un comitato che oggi, dopo più di tre anni di lavoro, dopo aver ottenuto il parere favorevole di quasi tutti gli enti coinvolti in questa progettualità e dopo aver ricevuto promesse da parte della politica, si trova a un punto morto. A luglio 2021 è stata consegnata la delibera per l’ampliamento al Presidente di Giunta e da allora il silenzio.
Una storia curiosa che racconta di un gesto d’amore di cittadini verso la propria terra e la propria Regione e di una macchina burocratica che lascia cadere nel dimenticatoio una proposta di ulteriore valorizzazione del territorio. Perché il Parco del Mont Avic non ha mai mancato di suscitare interesse, dato confermato dalle 30000 visitatori all’anno contati nel pre-pandemia, ma grazie all’ampliamento potrebbe arricchire ulteriormente la sua importanza a livello nazionale.
I terreni del versante orientale del Vallone di Clavalité che il Comitato propone di inserire sono infatti collocati in una zona di territorio particolarmente interessante, sotto l’aspetto naturalistico per la sua conformazione geologica, per la fauna e la flora presenti e per la storia di una vallata utilizzata per l’estrazione di minerali quali magnetite e calcopirite. Inoltre fonti di archivio non solo testimoniano l’esistenza di una «fabbrica di ferro» presente nel 1651 presumibilmente alla confluenza tra i torrenti Clavalité e Savoney, ma rilevano che nel 1652 fu stipulata una convenzione per la costruzione di un forno per fondere il minerale estratto nel Vallone del Ponton e di una fucina a Barche- Misérègne per la lavorazione della magnetite estratta nella valle di Clavalité.
Insomma, motivazioni più che valide che già il 18 settembre 2019 spinsero l’Amministrazione regionale a riunire i sindaci di Fénis, Chambave, Pontey, Châtillon, Champdepraz e Champorchez per esprimersi sulla cartografia che la regione aveva già redatto, e a dichiarare poco dopo l’interesse verso il progetto di ampliamento del parco. Un interesse confermato dalla convocazione, il 31 dicembre 2020 da parte dell’Assessorato Ambiente, Trasporti e mobilità sostenibile, di una riunione istruttoria circa il progetto di ampliamento del Parco naturale Mont Avic. E così il 18 gennaio, in videoconferenza, erano presenti all’istruttoria esponenti della Struttura Biodiversità, sostenibilità e aree naturali, del Parco Naturale Mont Avic, del Comune di Fénis, del Comitato per l’ampliamento del Parco Naturale Regionale del Mont Avic, del Dipartimento programmazione, risorse idriche e territorio, del Corpo forestale della Valle d’Aosta, della Forestazione e sentieristica, della Flora e fauna, degli Investimenti aziendali e pianificazione agricolo-territoriale, del Patrimonio paesaggistico e architettonico, della Pianificazione territoriale, del Consorzio regionale per la tutela, l’incremento e l’esercizio della pesca in Valle d’Aosta, del Comitato regionale gestione venatoria, delle Politiche regionali di sviluppo rurale e di Legambiente - Circolo della Valle D’Aosta e Culb Alpino Italiano.
Nella riunione la dirigente Santa Tutino riassunse le tappe del progetto di ampliamento del Parco Naturale Mont Avic dichiarando anche il parere favorevole del comitato scientifico del Museo regionale di Scienza Naturale Erfisio Noussan. Anche tutti i presenti si espressero a favore, ad eccezione del Comitato caccia che individuò nell’ampliamento una ricaduta sulla circoscrizione n.4 di Fénis, già in sofferenza per il rapporto tra densità faunistica e numero di cacciatori.
Un risultato positivo che proseguì con la consegna della delibera al Presidente di Giunta, a luglio 2021.
Da allora però regna il silenzio e nulla è più stato fatto per questo progetto. Così oggi il Comitato, oltre a interrogarsi circa le motivazioni che possano tenere ferma questa delibera, lancia anche un appello alla politica, che non solo è al servizio del cittadino ma che sempre più negli ultimi anni si mostra impegnata in termini di politiche e salvaguardia ambientale. Questa proposta non intende altro che valorizzare il parco con la messa a disposizione di possedimenti senza alcun interesse particolare o economico. L’unico intento è quello della valorizzazione della propria terra, intento che anche l’amministrazione regionale dovrebbe perseguire. Così il comitato lancia il suo appello: si concluda il progetto. Era voluto quasi all’unanimità.
Veronica Pederzolli