Pieillier risponde al post contro i no vax dell'assessore. E al presidente della Regione dice: si ricordi cos'è l'autonomia
Daniele Pieillier, imprenditore, è l'autore di un video di forte accusa nei confronti del post pubblicato nei giorni scorsi dall'assessore allo sport e commercio Jean Pierre Guichardaz a proposito di zona arancione e no vax. Nei video Piellier si "scusa" per essersi candidato alle ultime elezioni in coalizione con l'assessore.
Pieillier, nel video lei esterna in maniera forte la sua contrarietà al post dell'assessore. Cosa l'ha colpita di più di quel messaggio?
«La frase sul "trattamento speciale" per i non vaccinati mi ha colpito e mi auguro che l'assessore fornisca una spiegazione pubblica di questa affermazione. Questo è ciò che più mi ha colpito. E poi, a dire la verità, sono andato a vedere la pagina social dell'assessore dove un giorno sì e uno no c'è un insulto ai non vaccinati. Un assessore, che ha un ruolo istituzionale, forse dovrebbe abbassare i toni. Questo è il messaggio che mi piacerebbe dare».
Nelle ultime settimane abbiamo assistito a comportamenti un po' particolari di alcuni assessori. Pare quasi si voglia soffiare benzina sullo scontro sociale anziché cercare di governare e trovare soluzioni
«Se Guichardaz ha una tesi sui vaccini, il suo scopo più che legittimo è di convincere i valdostani del fatto che la sua tesi sia quella giusta. Mi chiedo se per ottenere questo scopo sia necessario insultare e offendere le persone. Penso di no, perché così si ottiene l'effetto contrario. È banale dirlo. Per questo dico che qualcosa non va nel suo comportamento. Comportarsi così al bar è una cosa, ma a livello istituzionale trattare male le altre persone che scopo ha? Si ottiene l'effetto contrario. Se l'assessore pensa di non essere stato compreso, allora si spieghi meglio e spieghi cosa intendeva con il trattamento speciale».
Parlare di trattamenti speciali rievoca certi orrori del passato
«Esatto»
Quali reazioni ha provocato il suo video?
«Una reazione incredibile, ho il telefono intasato. Ieri grazie a Dio ho lavorato e non ho avuto tempo di guardare il cellulare e ancora non sono riuscito a leggere tutti i messaggi. Ne ho ricevuti anche da persone vaccinate che non condividono questi toni. È una reazione che mi ha fatto piacere. Ho ricevuto messaggi anche da parte di sanitari dell'ospedale di Aosta che mi hanno scritto e assicurato di lavorare con coscienza».
Se potesse parlare con il presidente della Regione a proposito delle intemperanze dei suoi assessori, cosa direbbe?
«Al presidente Lavevaz direi di ricordarsi cosa è veramente l'autonomia e qual è il carattere dei popoli di montagna. Popoli che sono sopravvissuti nei secoli ragionando con la loro testa e non con quella di persone che abitano lontano, a Roma, e che fanno leggi da attuare in tutti i luoghi come se tutti vivessimo nella stessa dimensione. In montagna durante i periodi bui e le guerre le persone sono sopravvissute in autarchia. Guardiamo all'economia e al turismo: in Svizzera gli impianti hanno avuto il 33% di presenze in più rispetto alla media degli ultimi cinque anni pre-Covid e il 20% in più di fatturato. Questo deve farci pensare. In Svizzera non sono tutti pazzi, non si stanno ammalando tutti, ma stanno lavorando. Dobbiamo riflettere su tante cose e pensare che, magari, i nostri comportamenti non siano i migliori. Direi a Lavevaz che è fortunato perché questa è una generazione di persone che, come me e tanti altri, hanno vissuto nel benessere. Ci siamo ammorbiditi grazie al benessere. Ci fossero stati i miei nonni, probabilmente le cose sarebbero molto, molto diverse».
Marco Camilli