Fit Cisl: chiusura Traforo Monte Bianco riporterà la Valle d'Aosta 60 anni indietro

Crea: la mancanza di un collegamento internazionale porterà una recessione strutturale ed insanabile

 

 Traforo del Monte Bianco

La chiusura prolungata del Traforo del Monte Bianco per lavori è argomento di grande preoccupazione per Fit Cisl della Valle d'Aosta.

«Per la Valle d'Aosta un futuro senza un collegamento internazionale aperto all'economia europea è un salto all'indietro di 60 anni, che porterà inesorabilmente ad una recessione strutturale ed insanabile dell'economia valdostana». Ne è convinto Domenico Crea, segretario regionale del sindacato dei trasporti, che rincara: «Il Tunnel del Monte Bianco con il suo piano di interventi di risanamento totale della struttura spalmato in 18 anni rischia di schiantare l’economia valdostana e del nord ovest e con esso il mondo del lavoro».

«Il futuro che si prospetta è fosco - dice Crea - ed è necessario che con sollecitudine si apra un tavolo di confronto con il Governo regionale al quale si chiede una maggior attenzione sull'argomento». Il segretario regionale ipotizza una task force «tramite la quale convogliare le criticità che dovremo affrontare nei prossimi anni e proporre una valutazione concreta sulla possibilità di raddoppio del tunnel e in caso opposto costruire una cabina di regia che intervenga per arginare le tante difficoltà che si prospettano».

Il sindacato ricorda poi i 113 lavoratori distaccati al Traforo. «Per i prossimi 18 anni non è ancora chiaro ai lavoratori quale sarà lo scenario plausibile riguardo al loro futuro lavorativo in azienda, né in quale misura l’azienda ricorrerà alla cassaintegrazione». Si somma poi il problema del ricambio generazionale perché l'età media dei lavoratori è di 45 anni.

«Non possiamo restare passivamente a guardare», conclude il segretario della Fit Cisl valdostana.

 

 

Clara Rossi

 

 

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