Dall'Arer partono gli sfratti: bomba sociale pronta a esplodere in Valle d'Aosta

Diversi assegnatari di alloggi popolari hanno ricevuto la notifica di sgombero forzoso. Tra loro anche anziani e invalidi

 

Notifica

Un altro elemento di tensione sociale si sta per abbattere sulla nostra Valle d'Aosta. Negli ultimi giorni l'Arer sta notificando l'esecuzione di sgomberi forzosi ad assegnatari di case di Edilizia residenziale pubblica. 

Non abbiamo indicazioni precise sul numero di sgomberi attivati nell'ultimo periodo: l'Arer non fornisce dati in questo senso. Le segnalazioni tuttavia suggeriscono che, almeno negli sfratti per morosità, l'Azienda Regionale di Edilizia Residenziale si stia muovendo su più casi contemporaneamente concentrando le esecuzioni nell'arco di un paio di mesi della prossima primavera. E' il caso, in una palazzina di Aosta, di una anziana ottantenne con invalidità, di uomo di 66 anni anch'esso invalido e di una famiglia con cinque figli che tra meno di due mesi dovranno lasciare l'abitazione se non riusciranno a rientrare del debito.

La situazione è molto delicata. Da una parte ci sono famiglie con debiti che in alcuni casi si sono accumulati nel corso di anni tra affitti o spese condominiali non versati e hanno raggiunto somme ragguardevoli, soprattutto rispetto al redditi. Dall'altra parte c'è il diritto e dovere di chi gestisce l'edilizia residenziale di togliere le abitazioni a chi non è in regola con i pagamenti dovuti e mettere quelle stesse case a disposizione delle famiglie, tante, che sono in situazione di emergenza abitativa. 

In ogni caso chi non riuscirà a rientrare del debito dovrà lasciare l'abitazione essendo decaduta l'assegnazione. La domanda sorge spontanea: dove saranno collocate queste persone, eventuali anziani, invalidi, minori di famiglie fragili? I responsabili dell'Arer si riuniranno lunedì per esaminare la situazione. 

Per amministrare le cose pubbliche servirebbero però saggezza e buonsenso ed entrambi sono mancati in questo frangente. E' possibile permettere che si accumulino anni e anni di debiti senza intervenire (e qui la responsabilità è delle passate amministrazioni pubbliche) e poi chiedere improvvisamente il pagamento di migliaia di euro, se non di decine di migliaia, a famiglie che presentano redditi bassi? Ed è possibile concentrare più sfratti di soggetti fragili in un ristretto arco temporale senza far scoppiare una "bomba" sociale?

Secondo alcuni dati informali, recentemente negli uffici regionali sono piovute attorno alle mille domande di accesso agli aiuti per la morosità incolpevole. Quelle accettate sono attorno alle 25. Senza entrare nel merito dell'esito delle richieste, il numero di coloro che speravano di rientrare nella misura è indicativo di un grande disagio economico per molte famiglie della Valle d'Aosta. E mentre tutto questo accade, a palazzo regionale e nelle sedi di partiti e movimenti si gioca a tresette con il morto. Ovviamente il morto è la Valle d'Aosta.

 

Marco Camilli

 

 

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