Nutri-score e contraffazione: le sfide per l'agroalimentare della Valle d'Aosta

A Bruxelles incontri e momenti di confronto sul futuro delle produzioni di qualità e tipiche

 

Prodotti della Valle d'Aosta

Globalizzazione delle abitudini alimentari, contraffazioni, etichettature: sono tre delle "battaglie" più attuali per il mondo agroalimentare italiano e valdostano, il cui patrimonio rappresenta tanto una peculiarità culturale quanto un settore economico vitale.

A Bruxelles si sono volti negli ultimi giorni importanti incontri e momenti di approfondimento sul tema come la quinta edizione dell'European Event of Quality and Origin Products, un evento promosso dall'Associazione delle Regioni Europee per i Prodotti d'Origine. Al centro dell'incontro, la difesa e la promozione dei prodotti agroalimentari tipici e di eccellenza. La Valle d'Aosta era presente con una propria delegazione composta da rappresentanti politici (l'assessore agli Affari europei Luciano Caveri) e degli imprenditori del settore e non (Arev, Coldiretti, Confcommercio, Chambre e anche Adava).

«L'Unione Europea, attraverso strumenti come le Indicazioni Geografiche (IGP) e le Denominazioni di Origine Protetta (DOP), garantisce il controllo e la protezione dei prodotti di origine valorizzandone autenticità e peculiarità», evidenzia in una nota di commento l'assessore Caveri. «Grazie alla regolamentazione europea, è possibile tutelare i prodotti autentici da contraffazioni o imitazioni indebite, che, oltre a colpire il diritto di scelta dei consumatori, minano pericolosamente le economie degli stessi territori che investono in tradizioni alimentari e in qualità dei prodotti».

Ma se da una parte a livello europeo esiste questa forma di salvaguardia, dall'altra incombe quello che viene considerato da molti un attacco diretto alle produzioni di qualità che sono uno dei simboli dell'Italia e del suo territorio, Valle d'Aosta compresa. Ne parla ancora l'assessore Caveri che ha partecipato al Comitato delle Regioni di Bruxelles sul tema dell'etichettatura dei prodotti alimentari Ue e in particolare sul Nutri-Score, l'indicazione "a semaforo" che dovrebbe facilitare il consumatore nella comprensione delle informazioni nutrizionali attraverso l'uso dei colori. «Metodi come il semaforo - afferma - possono essere penalizzanti per la loro rozzezza verso prodotti agroalimentari di qualità come, nel caso della Valle d'Aosta, del formaggio Fontina o del Jambon de Bosses».

Questo vale sia per il Nutri-Score, sia per altre proposte come quella di indicare il rischio tumori per vini e alcolici che, nell'intenzione di informare il consumatore, si trasformano in una comunicazione semplicistica e, in fine dei conti, penalizzante per chi investe nella qualità.

L'obiettivo che si pone la Valle d'Aosta, afferma l'assessore, è «far capire ai colleghi europei il nervo scoperto sul vino, quando si pretende - in una logica di Stato etico - di esagerare con indicazioni alimentari che rischiano di fornire indicazioni distorte».

 

 

Clara Rossi

 

 

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