Osapp: rivolta nel carcere di Brissogne, situazione indegna

«Il sottosegretario Delmastro continua a fare solo slogan e passerelle, mentre i gravi problemi del sistema penitenziario si ripercuotono sulla polizia penitenziaria»

Casa circondariale di BrissogneNel carcere di Brissogne si sarebbe verificata una rivolta. Lo segnala il sindacato di polizia penitenziaria Osapp nel chiedere «la rimozione immediata degli attuali vertici dell'istituto e la nomina di un direttore e di un comandante entrambi dotati di comprovata esperienza, in grado di ristabilire condizioni minime di sicurezza, gestione e legalità. Non è più accettabile che una struttura così complessa venga lasciata in una condizione di precarietà organizzativa».

«Nonostante la gravità dell'evento - riferisce il sindacato -, non si è registrata alcuna presenza delle unità speciali come il Gir (Gruppo intervento rapido) e il Gio (Gruppo intervento operativo), più volte decantati dal sottosegretario Delmastro come pilastri della sicurezza penitenziaria. Ancora una volta, la realtà dei fatti ha mostrato l'assenza di supporto concreto».

Leo Beneduci, segretario generale di Osapp, parla di situazione «sconvolgente. Solo pochi giorni fa un giovane agente ha rassegnato le dimissioni dal Corpo di polizia penitenziaria, denunciando un ambiente lavorativo tossico e particolarmente difficile. Oggi comprendiamo ancor più chiaramente le ragioni di quel gesto, che riflette il clima insostenibile da tempo presente nel carcere valdostano. Non possono tardare ulteriormente interventi concreti e urgenti. Lo stesso istituto è privo di comandante da oltre otto anni: una situazione che denunciamo da anni restando sistematicamente inascoltati».

Il sindacato evidenzia che «a rischiare, ancora una volta, sono solo gli agenti di polizia penitenziaria. Questa situazione è divenuta indegna. Il sottosegretario Delmastro continua a fare solo slogan e passerelle, mentre i gravi problemi del sistema penitenziario si ripercuotono drammaticamente sulle spalle della polizia penitenziaria, che continua a pagare il prezzo più alto in termini di stress, abbandono e insicurezza».

 


E.G.

 

 

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