La crisi (quasi) inarrestabile dell'informazione cartacea

Un modello economico non sostenibile, abitudini che cambiano, la concorrenza del digitale tra le cause del continuo calo delle vendite

Giornali cartaceiIl fenomeno del crollo delle vendite della stampa cartacea rappresenta una delle trasformazioni più drammatiche nel panorama dell’informazione in Italia (e non solo) degli ultimi anni.

Le statistiche mostrano come stanno cambiando le abitudini degli italiani nello scegliere le proprie fonti di informazioni. Si tratta di un trend di vendite decrescente che sembra inesorabile: ad esempio, dati recenti dell’Agcom evidenziano come nei primi nove mesi del 2024 le vendite giornaliere medie di quotidiani abbiano raggiunto 1,29 milioni di copie, registrando una flessione del 9,4% rispetto allo stesso periodo del 2023 e un calo di circa il 30% in confronto al 2020. Questo declino riguarda i quotidiani nazionali e locali, con una leggera accentuazione della perdita nel segmento locale.

Le cause della crisi

Una delle cause principali alla base di questo fenomeno è il cambiamento nelle abitudini di consumo dell’informazione. Sempre più lettori, soprattutto tra le generazioni più giovani, preferiscono informarsi attraverso piattaforme digitali che offrono aggiornamenti in tempo reale, contenuti multimediali e un'esperienza utente interattiva. La comodità degli smartphone e dei tablet ha infatti spostato l’attenzione dalla copia fisica al digitale, dove il costo di accesso è spesso ridotto se non del tutto o in parte gratuito.

I dati relativi alle vendite in edicola sono particolarmente preoccupanti: alcuni quotidiani hanno registrato cali percentuali considerevoli nelle copie vendute in formato cartaceo, con decrementi che oscillano tra il 10% e il 17% per testate come La Verità, Libero e La Stampa. Anche se alcuni gruppi editoriali stanno tentando di compensare queste perdite con una crescita limitata delle copie digitali, il saldo complessivo non è sufficiente a riequilibrare il business model tradizionale, che per anni ha fatto affidamento primariamente sui ricavi delle copie fisiche.

Oltre al semplice spostamento verso il digitale, il crollo della stampa cartacea è sintomatico di una profonda crisi del modello economico della stessa. Le edicole chiudono una dopo l’altra, e il declino non riguarda soltanto la vendita di copie, ma va ad intaccare una tradizione culturale che, per decenni, ha rappresentato la principale fonte di informazione locale e nazionale. La difficoltà di monetizzare la versione digitale, unita a investimenti pubblicitari in calo e a una concorrenza agguerrita da parte dei giganti del web, mette a rischio la sostenibilità finanziaria di molte redazioni. Questa situazione si riflette talvolta su aspetti come la qualità e la profondità dell’informazione giornalistica.

 


Marco Camilli

 

 

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