Il commento dell'associazione alla sentenza del Consiglio di Stato sui contributi all'Aosta Pride
«Finalmente, dopo tre anni, vengono ribaditi concetti fondamentali per la nostra società, per la nostra comunità, per il lavoro che facciamo quotidianamente». Così Giulio Gasperini, presidente di Arcigay Queer Valle d'Aosta, commenta la sentenza del Consiglio di Stato che ha respinto il ricorso della Lega VdA contro i contributi dati dal Comune di Aosta all'Aosta Pride del 2022.
«Chiedere diritti, chiedere rispetto, chiedere parità di trattamento è un impegno che portiamo avanti indipendentemente da cosa votino le persone, perché riteniamo che la giustizia sociale e civile esista a prescindere da questo - prosegue Gasperini -. Finalmente, con la pubblicazione di questa sentenza, ci sentiamo riconosciut* nel nostro compito e ancora più determinat* a continuare il nostro impegno quotidiano, per il benessere di tutte le persone che abitano e compongono gli spazi comunitari e la cittadinanza tutta, senza privilegi».
La sentenza è accolta «con soddisfazione» da Gabriele Piazzoni, segretario dell'Arcigay nazionale. La decisione del Consiglio di Stato «conferma, ancora una volta, come le iniziative come Aosta Pride non siano espressione di faziosità politica, ma strumenti fondamentali di promozione culturale, inclusione sociale e contrasto alle discriminazioni. Il tentativo della Lega di ostacolare il patrocinio pubblico a una manifestazione pacifica e inclusiva organizzata da Arcigay rappresentava un precedente pericoloso, che la dice lunga sulla loro visione della democrazia e del ruolo delle istituzioni. Il riconoscimento istituzionale di queste iniziative è un segnale di civiltà e coerenza con i principi costituzionali di uguaglianza e libertà.»
Il Comitato «ringrazia vivamente anche gli avvocati Davide Meloni, Alessio Ansermin e l’avvocata Valeria Fadda per la professionalità e l’impegno profusi nella difesa nei due gradi di giudizio».
M.C.