Truffa e turbativa d'asta tra le ipotesi di accusa per il vallo paramassi di La Saxe

Nove indagati dalla Procura di Aosta tra cui l'ex presidente della Regione Rollandin e il commissario per l'emergenza Rocco

frana-lasaxeAOSTA. Una situazione di pericolo «irreale», dichiarazioni inesatte per coprire lavori non realizzati, procedure di affido dei lavori condizionate: queste le ipotesi suggerite dai risultati delle indagini della procura di Aosta sulla costruzione del contestato vallo paramassi per la frana del Mont de La Saxe, nel 2014 a Courmayeur.

A conclusione delle indagini il sostituto procuratore Carlo Introvigne ha iscritto i nomi di nove persone nel registro degli indagati, compresi quelli dell'ex presidente della Regione Augusto Rollandin, del commissario speciale Raffaele Rocco e dei responsabili del raggruppamento di imprese che si aggiudicarono l'opera.

Le accuse ipotizzate sono, a vario titolo, di concorso in truffa, turbativa d'asta, abuso d'ufficio, falso ideologico ed esercizio abusivo della professione. Gli indagati hanno ancora tempo per depositare le memorie difensive e successivamente il sostituto procuratore deciderà sulle richieste di rinvio a giudizio o di archiviazione.

Il vallo fu costruire nel 2014 in via d'urgenza. Lo Stato stanziò 8 milioni di euro per realizzare l'opera in via d'urgenza e proteggere gli abitati di Entrèves e La Palud dato che la frana aveva "accelerato". Secondo gli inquirenti, tuttavia, gli indagati avrebbero creato una «irreale situazione di pericolo» e, con progetti firmati da geometri della Regione sospettati di aver svolto abusivamente la professione di ingegnere, avrebbero turbato il procedimento amministrativo allo scopo di «condizionare le modalità di scelta del contraente».

Le indagini, iniziate nel 2014 sotto l'allora sostituto procuratore Longarini, sono state prorogate su decisione dell'ex procuratore capo facente funzioni Avenati Bassi.

 

Marco Camilli

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