Finanziamenti al Casinò, Gdf: "raggirata la comunità valdostana"


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AOSTA. Il Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di finanza ha indagato su alcune dichiarazioni rilasciate dai consiglieri regionali riguardo all'inchiesta penale per truffa alla Regione sui 140 milioni di finanziamenti al Casinò di Saint-Vincent (parallela a quella della Procura regionale della Corte dei Conti).

Le fiamme gialle in particolare si sono concentrate su alcune «interessanti affermazioni, successivamente analizzate ed approfondite» fatte da alcuni componenti del consiglio regionale lo scorso il 10 febbraio, al termine del primo filone investigativo che, in sostanza, contesta la falsificazione dei bilanci della casa da gioco di Saint-Vincent allo scopo di approvare nuovi finanziamenti sborsati dalla Regione (e quindi dall'intera collettività). Queste ulteriori indagini, dice la Gdf, hanno «ulteriormente circostanziato e confermato le condotte penalmente rilevanti già contestate nel primo filone». In più la Gdf ipotizza ora anche la responsabilità amministrativa della Casinò de la Vallée Spa.

Gli otto indagati hanno ricevuto gli avvisi della procura di Aosta. Si tratta dell'ex presidente della Regione Augusto Rollandin e degli ex assessori regionali al Bilancio Ego Perron e Mauro Baccega, che avevano le deleghe alla casa da gioco; dell'intero collegio sindacale della casa da gioco e degli ex amministratori Luca Frigerio e Lorenzo Sommo. Per tutti l'ipotesi è di truffa ai danni dello Stato continuata ed in concorso «con danno di rilevante gravità» e, per gli amministratori e il collegio sindacale, anche di falso in bilancio continuato e in concorso. C'è poi la responsabilità amministrativa dell'ente Casinò per i reati che avrebbero commesso gli amministratori tra il 2012 e il 2015.

Secondo la Gdf la governance della casa da gioco era «consapevole della disastrosa situazione economico-patrimoniale» della società e della «assoluta inconsistenza dei piani di sviluppo aziendale» e per questo avrebbe «omesso di indicare nei bilanci societari - attraverso studiati artifizi contabili - perdite di esercizio fino a oltre 42 milioni di euro, nascondendo volutamente in questo modo la reale condizione economico societaria, fattore che  - se corretamente illustrato - non avrebbe mai permesso di incassare il denaro erogato dalla società finanziaria regionale».

Il tutto sarebbe avvenuto con «la piena consapevolezza del presidente della Regione Valle d'Aosta e degli assessori» al momento di approvare le «le delibere milionarie» dei finanziamenti. Risulta, scrive sempre la Gdf, «come essi abbiano raggirato e indotto in errore la stessa Regione - e quindi la comunità valdostana - avendo consciamente presentato nella sede deliberativa bilanci di esercizio riportanti perdite dissimulate – quindi falsi – e piani di sviluppo industriale conseguentemente irrealizzabili».

 

Marco Camilli

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