Accolta invece la richiesta di esenzione dalla firma presso il commissariato. Intanto nuove accuse piovono sui due marò. Secondo l'Hindustan Times, che cita fonti riservate del ministero dell'Interno indiano, i fucilieri della Marina Salvatore Girone e Massimiliano Latorre "presumibilmente cercarono di coprire il loro operato spingendo il capitano della petroliera Enrica Lexie a inviare un rapporto per le organizzazioni internazionali di sicurezza marittima in cui si sosteneva che i pescatori erano armati e che questo fu alla base della decisione di sparare". A quanto apprende il quotidiano, "il capitano della Enrica Lexie generò un rapporto via e-mail in cui si sosteneva che sei dei pescatori a bordo del peschereccio St. Antony erano armati. Ma gli investigatori indiani verificarono che tutti gli undici pescatori a bordo erano disarmati. Non c'erano armi sul peschereccio".
Secondo le informazioni a disposizione del quotidiano indiano, l'email fu mandata a una organizzazione per la sicurezza marittima che la avrebbe poi inoltrata all'International Maritime Organisation, l'agenzia Onu per il rafforzamento della sicurezza marittima. Continua la ricostruzione: "Ma quando, durante le sue indagini, l'Agenzia nazionale per la sicurezza (Nia) indiana ha interrogato il capitano (Umberto Vitelli) della Enrica Lexie, questi ha negato di essere stato testimone dell'incidente e della sparatoria, dichiarando di aver redatto l'email sotto la pressione dei fucilieri di Marina accusati. L'obiettivo era quello di presentare i pescatori come pirati".
Dalla Nia nessun commento: "Presenteremo il rapporto con i capi di accusa al tribunale una volta che tutte le questioni sollevate saranno state risolte dalla Corte Suprema".
Clara Rossi