Omicidio ad Aosta, il presunto assassino tradito dal suo cellulare. Arrestato sul taxi a Nus

L'indagato per l'omicidio di Elena Raluca Serban aveva molti contanti quando è stato fermato. Non esclusa una rapina finita male

 

Gabriel FalloniAOSTA. È stato arrestato mentre tornava ad Aosta in taxi Gabriel Falloni, l'uomo di 36 anni indagato per omicidio volontario aggravato dalla crudeltà per l'assassinio di Elena Raluca Serban. Su di lui pesano "gravi indizi di colpevolezza", hanno spiegato il questore di Aosta Ivo Morelli e il dirigente della Squadra mobile Francesco Filograno nel corso di una conferenza stampa per presentare i dettagli del caso.

La polizia lo aveva individuato come possibile persona coinvolta nell'omicidio già domenica sera, poco più di dodici ore dopo il ritrovamento del corpo senza vita della donna. Il movente ancora non è chiaro, ma non è esclusa una rapina finita male.

"Sono state 84 ore di fuoco. Tutta la Squadra mobile, 18 persone me comprese, sono state impiegate quasi h24 per ricercare il presunto omicida", ha detto il dirigente Filograno. Una volta scoperto il delitto gli agenti si sono subito concentrati sull'analisi dei filmati delle telecamere nel raggio di un paio di chilometri da viale Partigiani e sulle riprese dell'impianto di videosorveglianza installato nel condominio al civico n° 48. Visionando le registrazioni gli agenti hanno notato la figura di una persona robusta, alta 1,90 m, con indosso cappuccio, occhiali e mascherina: non era un residente del palazzo. Una persona impossibile riconoscere al solo sguardo, ma identificabile grazie ai tabulati telefonici.

La figura è ripresa sostare per meno di un minuto davanti all'ingresso del condominio alle ore 18.20. Proprio alle 18.20 uno dei cellulari della vittima riceve una chiamata: secondo quanto ricostruito dalla polizia, è l'uomo che contatta la donna per farsi aprire il portoncino. Dopo 38 minuti, alle 18.58, la stessa figura se ne va portando con sé un borsone che prima non aveva. Controllando l'utenza della telefonata fatta a quell'ora la Squadra Mobile è risalita al trentaseienne e ai precedenti di alcuni anni fa: denunce e condanne per tentate aggressioni sessuali, tentativi di adescamento con offerte di lavoto, rapine e aggressioni a prostitute. Inoltre l'orario del suo arrivo nel condominio era compatibile con il momento del decesso stimato dal medico legale.

Subito è partita la caccia all'uomo. Con un lavoro di coordinamento tra Questura di Aosta, Procura di Aosta e colleghi di Genova gli agenti hanno seguito il sospetto fino al capoluogo ligure, nella zona portuale, dove forse intendeva imbarcarsi per raggiungere la Sardegna, sua regione di origine. A Genova gli agenti sono arrivati da domenica sera per mettersi sulle sue tracce. Continuando a seguire nei giorni successivi il segnale telefonico gli investigatori sono stati riportati in zona Torino e poi verso la Valle d'Aosta. Falloni stava rientrando su un taxi intercettato sulla strada statale all'altezza di Nus.

Secondo il questore Morelli la capacità degli agenti di non farsi notare durante le ricerche a Genova e le poche informazioni diffuse durante le indagini gli hanno indotto "una certa serenità" tanto da convincerlo a fare ritorno in Valle d'Aosta sentendosi al di fuori del radar degli investigatori. Alla vista degli agenti "è rimasto molto sorpreso, ma lucido fondamentalmente. Non ha fatto dichiarazioni", hanno spiegato Morelli e il dirigente Filograno. Ora il sospettato si trova in carcere in attesa dell'interrogatorio del pm Luca Ceccanti che ha seguito fin da subito le indagini sull'omicidio.

Quando è stato fermato Falloni, che vive da anni in Valle d'Aosta e lavoranell'edilizia, aveva con sé una ingente somma di contanti, alcune migliaia di euro, "non compatibile con una gita di un paio di giorni a Genova e ritorno", evidenzia il Questore. Questo aspetto e i trascorsi dell'uomo fanno sospettare che il movente dell'omicidio possa essere una rapina finita male, anche se questo punto è ancora da chiarire.

Le indagini intanto continuano. Gli investigatori stanno ancora cercando i cellulari della vittima alla quale erano intestante quattro/cinque utenze utilizzate per gli annunci di incontri on line. Il sospetto killer e Elena Raluca Serban si erano già incontrati in passato. Mesi fa la donna era già stata ad Aosta, poi aveva cambiato città e una ventina di giorni fa era tornata. Aveva preso in affitto il piccolo appartamento di viale dei Partigiani per un breve periodo. Lì organizzava i suoi appuntamenti tenendo un basso profilo e senza farsi troppo notare dagli altri inquilini, i quali hanno collaborato attivamente con le indagini.

Domenica mattina il ritrovamento del corpo senza vita dopo l'allarme lanciato dalla sorella Aleksandra che abita a Lucca, preoccupata perché sentiva Elena dal giorno prima. La donna è stata trovata riversa a terra nel bagno con un taglio "molto vistoso" sulla parte sinistra del collo. Forse è stata anche strangolata: lo confermerà il medico legale quando i risultati dell'autopsia saranno pronti.

Dell'arma del delitto ancora nessuna traccia. Gli agenti hanno perlustrato vie, prati e cassonetti dei rifiuti attorno al condominio in cui abitava Elena senza trovare coltelli, armi simili o altre tracce.

Ora si attendono le dichiarazioni che il sospettato potrebbe fare durante l'interrogatorio davanti al pm.

 

Marco Camilli

 

 

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