Coinvolti allevatori, produttori caseari e veterinari
AOSTA. Il mondo della zootecnia valdostana torna nel mirino degli inquirenti. Dopo la maxi inchiesta sulle Fontine adulterate e il bestiame contaminato - finita in primo grado, dopo anni di rinvii, con l'assoluzione di quasi tutti gli imputati e la prescrizione per alcuni reati - il Corpo forestale sta indagando su possibili truffe sulla carne valdostana.
Trenta le persone coinvolte tra allevatori, veterinari e produttori caseari (per la metà di loro si profila già l'archiviazione) con accuse che vanno dalla truffa al falso. Il sospetto degli inquirenti, coordinati dal pm Luca Ceccanti, è che in commercio sia finita della carne di bovini piemontesi spacciata invece come carne valdostana.
Tutto è partito con alcuni controlli compiuti sulla macellazione clandestina svolti a Nus e poi allargati all'intera regione. Durante gli accertamenti, partiti a novembre, sono stati sequestrati degli animali e distrutte delle forme di formaggio prima che finissero sui banchi per la vendita al pubblico.
Clara Rossi