AOSTA. Sindacati valdostani sul piede di guerra dopo la disdetta a livello nazionale dell'accordo integrativo da parte delle cooperative sociali. Una decisione avvenuta in modo «unilaterale», evidenziano Fp Cgil, Fp Cisl, Uil Fpl, Uiltucs e Savt Servizi.
Il passo indietro riguarda il contributo territoriale previsto nelle condizioni delle gare d'appalto che doveva essere riconosciuto dall'inizio del 2020 e che invece ora potrebbe partire soltanto da giugno. «Le parti avevano concordato di rivedersi a gennaio per proseguire il confronto - spiegano i sindacati -. Purtroppo durante le feste natalizie, come augurio di un sereno Natale, le cooperative sociali hanno comunicato ai propri soci e dipendenti la disdetta del contratto integrativo, prendendo una decisione unilaterale e snobbando l'impegno». In termini economici l'accordo valeva in media 200 euro in busta paga.
In Valle d'Aosta le cooperative sono alcune decine e contano un migliaio di addetti tra dipendenti e soci-dipendenti. «Alcune non sono d'accordo con la disdetta, ma altre vorrebbero adeguarsi», spiegano i referenti di Fp Cgil, Fp Cisl, Uil Fpl, Uiltucs e Savt Servizi. «I 200 euro medi sono dovuti - avvisano le OO.SS - Questa disdetta vuole mettere alla prova la forza dei sindacati. Noi come organizzazioni sindacali abbiamo più del 50% degli addetti iscritti e non indietreggeremo», assicurano.
La situazione dei dipendenti delle coop vive già un momento difficile. «È una realtà - ricordano le Organizzazioni sindacali - che è cresciuta nell'ultimo decennio a ritmi da new economy e che nei servizi agli anziani, all'infanzia, nel settore educativo e di inserimento lavorativo ha consentito, con grandi sforzi e dedizione di chi vi opera, la tenuta dei servizi alla collettività, spesso a salari ridotti e a situazioni di flessibilità organizzativa pesantissime».
I sindacati annunciano dunque battaglia. Nei prossimi giorni ad Aosta, Morgex e Verrès si svolgeranno delle assemblee rivolte a tutti i lavoratori delle cooperative sociali. Se la situazione non si sbloccherà si potrebbe arrivare allo sciopero generale.
Marco Camili