Per l'anno in corso il gruppo stima una perdita del 10% del fatturato nel primo trimestre
AOSTA. Cogne Acciai Speciali chiude il 2019 con un bilancio che riporta ricavi consolidati pari a 574 milioni di euro, in calo del 3% sull'esercizio preecdente, un Ebitda adj consolidato pari a 46,1 milioni di euro (14 milioni in meno rispetto al 2019, imputabili principalmente alla crisi dell'automotive) ed investimenti per 28,2 milioni di euro. La posizione finanziaria netta inoltre si attesta a 92,6 milioni (contro gli 85,3 del 2018).
Il direttore commerciale del gruppo, Emilio Giacomazzi, annuncia un premio di risultato di 700 Euro che sarà erogato a giugno agli addetti dei siti di produzione italiani spiegando che "malgrado le difficoltà, grazie all'imprescindibile contributo di tutti i lavoratori siamo riusciti a mantenere un trend sostanzialmente positivo e a raggiungere risultati in linea, in termini di ricavi, con quelli dell'anno precedente".
"Analizzando nel dettaglio il 2019 - prosegue Giacomazzi -, possiamo constatare che è stato un anno in bilico tra ripresa e recessione, con un Pil nazionale stagnante e un rallentamento dell'economia della vicina Germania, in particolare nel settore automotive, più importante e duraturo di quanto atteso". I dazi dagli Stati Uniti e politiche protezionistiche di vari Paesi, sommati alla crisi del settore di utilizzo dei prodotti inox, l'automotive e l'oil&gas, hanno "influito notevolmente sul mercato, soprattutto nel secondo semestre".
Guardando al futuro il gruppo ha ampliato il portafoglio di ordini per contrastare l'andamento negativo di alcuni settori e previsto di investire nell'arco dei prossimi quattro anni 90 milioni di euiro in ambiente, sicurezza e ammodernamento degli impianti.
Per l'anno in corso, stravolto dalla pandemia, nel primo trimestre la perdita di fatturato "non dovrebbe eccedere il 10%" secondo le stime. Il gruppo comunque si mostra fiducioso: "siamo dotati dei mezzi e delle persone per poter affrontare l'emergenza senza troppi timori", dicono gli amministratori.
Elena Giovinazzo