Covid-19, Bankitalia segnala grande preoccupazione per l'impatto della pandemia sull'economia della Valle d'Aosta

L'emergenza ha travolto i settori portanti dell'economia di una regione che negli ultimi 20 anni ha avuto una dinamica del Pil 'assolutamente insoddisfacente'

 

Banca d'Italia

 

AOSTA. La pandemia ha avuto un impatto molto forte sull'economia della Valle d'Aosta. Lo certifica la Banca d'Italia nel rapporto sulla situazione dell'economia regionale nel 2019 esteso ai primi mesi di questo difficile 2020, presentato oggi dalla responsabile della filiale di Aosta Angelica Pagliarulo e dai suoi colleghi della filiale aostana.

I primi dati disponibili per quest'anno, pur parziali, "danno un risultato di grande preoccupazione" perché i settori più in sofferenza sono il turismo ed il commercio e cioè "le colonne portanti dell'economia valdostana", quelle che negli anni hanno assunto oltretutto una importanza sempre maggiore. 

Una indagine straordinaria fatta ad aprile e nella prima metà di maggio indica che "la totalità delle imprese ha avuto un impatto negativo" sui bilanci e che "la metà prevede per il primo semestre una riduzione del fatturato pari o superiore al 30%: è una quota elevatissima", come sottolineato da Cristina Fabrizi. Le stime dell'Osservatorio del turismo dicono che il fatturato invernale per il settore si è ridotto di un terzo e adesso "permangono le incertezze sulla stagione estiva" che vale circa un terzo delle presenze dell'anno. 

Le imprese in generale hanno subito un "fortissimo stress finanziario" per l'azzeramento degli incassi. Il 25% segnala problemi di liquidità.

L'industria e l'edilizia
Sull'industria l'impatto della pandemia è "un po' meno forte" rispetto al resto d'Italia per via della struttura della produzione regionale. Circa un terzo delle industrie è stata obbligata alle chiusura, una quota inferiore al resto d'Italia, ma il settore deve comunque fronteggiare un calo dell'export del -30%. Per l'edilizia, i timidi segnali di recupero del 2019 sono stati spazzati via dalla pandemia. 

Occupazione
Anche se i dati sono ancora parziali, gli effetti del Covid-19 sull'occupazione si fanno già sentire. Le assunzioni del settore privato tra 23 febbraio e il 23 aprile di quest'anno sono crollate del 55%, un calo anche più elevato rispetto al resto d'Italia perché legato alla larghissima diffusione dei contratti di lavoro stagionali. 

Una crisi che dura da 20 anni
La Valle d'Aosta proveniva già da un 2019 difficile. La Banca d'Italia registra nell'anno passato un "rallentamento soprattutto nell'industria". Ma "se allunghiamo lo sguardo all'ultimo ventennio, la Regione veniva già da un periodo molto difficile", spiega Cristina Fabrizi. In confronto a regioni europee simili per popolazione, struttura produttiva e Pil, l'aumento del prodotto interno lordo regionale è stato inferiore, cioè la Valle d'Aosta è cresciuta meno rispetto alle altre zone europee a lei simili. La differenza si è accentuata dal 2008: mentre gli altri territori crescevano, la Valle d'Aosta decresceva.

Bankitalia ha analizzato la dinamica del Pil valutando efficenza e capacità organizzativa del sistema generale: i grafici mostrano "una dinamica assolutamente insoddisfacente". La dinamica occupazionale totale negli ultimi 20 anni "è stata peggiore" rispetto a tutto il Nord Ovest italiano ed a tutto il resto del Paese. Sintetizzando si può dire, guardando all'ultimo ventennio, che in Valle d'Aosta "il processo di capacità di creazione di nuove imprese rappresenta un fattore molto negativo".

Il segreto dei valdostani
Nonostante tutto la Valle, o meglio i valdostani, riescono per la maggior parte a rimanere in piedi. Ed il merito non è, come visto, della capacità del sistema di creare un'economia solida, bensì della ricchezza pro capite. Bankitalia calcola in media che le famiglie possono contare su di una ricchezza pari a 10,7 volte il reddito. Quindi, anche se l'economia va male, la famiglia media riesce (per il momento) a restare in piedi.

 


Clara Rossi

 

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