Aumenti di energia e costi incidono sui guadagni delle imprese valdostane. In generale migliora la previsione sui risultati di esercizio 2022
Il 2022 è stato un altro anno difficile per l'economia: incertezze, conflitti internazionali, aumento dei prezzi e conseguenze della pandemia ancora da smaltire. Malgrado le difficoltà, il 59% delle imprese valdostane prevede di migliorare il risultato d'esercizio (lo scorso anno era il 54,7%), il 14% prevede una perdita (18,5% lo scorso anno) e la restante parte una chiusura in pareggio. I dati emergono da un'indagine della Chambre Valdôtaine sullo stato di salute delle imprese valdostane alla quale hanno risposto circa il 21% delle imprese attive sul territorio.
L'analisi evidenzia una situazione eterogenea tra settori. A diverso campo di attività corrispondono previsioni differenti: in agricoltura una impresa su quattro prevede di chiudere in perdita e solo il 32,4% si aspetta un utile mentre nel settore del commercio il 59,5% prevede un utile e solo il 13,7% vede rosso. Ancora meglio nel settore delle costruzioni dove, a fronte di un 17,1% delle imprese che prevede una perdita, il 63,8% si attende un utile.
Il 2022 è stato condizionato principalmente dai rincari: quelli dell'energia in primis, segnalati in aumento dall'88,7% delle imprese (in particolare per il 29,4% il costo dell'energia è raddoppiato), e poi quelli del gas, dei carburanti, delle materie prime, degli imballaggi. Per il 42% delle imprese questi aumenti hanno intaccato i margini di guadagno, per il 28,2% hanno portato all'aumento dei prezzi di vendita, per l'8% hanno provocato la riduzione della produzione e per il 2,9% hanno avuto come conseguenza la riduzione del personale.
Proprio sul personale si concentra un altro aspetto dell'indagine della Chambre che ha voluto conoscere la disponibilità a stabilizzare i contratti dei dipendenti. L'aumento dell'occupazione per la Valle d'Aosta è legato all'aumento dei rapporti di lavoro a tempo determinato e solo il 7,6% delle imprese si dice propensa a stabilizzare il lavoro precario, mentre l'8,2% sarebbe disponibile a farlo solo in presenza di misure dedicate. La disponibilità alla stabilizzazione è al minimo nei settori agricolo e del commercio e, in generale, tra le attività di dimensioni minori.
Infine l'indagine della Chambre dà uno sguardo agli investimenti. Il 48,9% delle imprese non prevede di compierne quest'anno. In parallelo cala al 27,4% la percentuale di imprese che prevede di compiere investimenti materiali e aumenta dal 6,7% all'11,2% la quota di imprese che prevede investimenti nel settore green e della sostenibilità.
Elena Giovinazzo