AOSTA. L'Ivat, l'Institut Valdôtain Artisanat de Tradition, ha avviato degli approfondimenti su un possibile conflitto di interessi che coinvolge il presidente Ermanno Bonomi, nominato nel 2015 dall'allora giunta Rollandin.
Lo ha riferito questa mattina in consiglio regionale l'assessore con delega all'artigianato di tradizione, Renzo Testolin, in risposta ad una interrogazione del M5s che solleva dubbi sull'uso dei fondi pubblici messi annualmente a disposizione dell'Ivat per acquistare oggetti di artigianato tradizionale e incentivare le produzioni dei manufatti più tipici.
Il consigliere Luigi Vesan (foto) ha parlato di «un palese conflitto di interesse, un evidente transito di soldi pubblici in casse private». Casse private che, ha spiegato il consigliere pentastellato, corrispondono a quelle della Derby Legno Ceramica, «società di famiglia» di Bonomi e di cui quest'ultimo «è stato presidente dal 1999 al 2015, appena prima di ricevere la nomina della Regione» a presidente dell'Ivat. Non solo. Ancora oggi Bonomi è presente nella società con un incarico di consigliere nel CdA però «senza poteri di amministrazione», ha fatto presente nella replica l'assessore Renzo Testolin. Ma, come evidenziato ironicamente da Vesan, Bonomi «ha ceduto i poteri all'attuale presidente che, probabilmente per un caso, ha lo stesso cognome e vive nello stesso Comune e nel fabbricato di fianco al suo e potrebbe essere addirittura un suo parente stretto».
Secondo Vesan tra il 2017 e il 2018 l'Ivat ha approvato acquisti per 41.000 euro, circa il 15% del budget a disposizione, a favore della Derby Legno Ceramica, situazione che ha reso la società «probabilmente quella con più conferimenti».
L'assessore Renzo Testolin nella risposta ha spiegato che al momento della nomina non esistevano motivi di incompatibiiltà e che comunque «la situazione attuale è da verificare nel modo più oggettivo possibile. Saremo molto attenti», ha assicurato.
Secondo Vesan «lascia perplessi il fatto che in quattro anni la Giunta non si sia resa conto della situazione. Ci troviamo ad usare soldi pubblici, destinati alla valorizzazione del nostro artigianato, per valorizzare l'artigianato di un privato perché la gestione se la fa lui». Il consigliere del M5s ha quindi chiesto un cambio di rotta. «L'ultimo CdA ha deciso di non destinare risorse all'acquisto di prodotti da conferitori non professionali. Alla Fiera di Sant'Orso alcuni degli oggetti più tipici, gli attrezzi agricoli, sono in via di scomparsa. Nel 2019 l'Ivat, su 280.000 euro, ha stanziato 0 euro per questi oggetti».
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