Vietati i ripopolamenti con le specie classificate non autoctone
La Regione e il Consorzio regionale pesca sono al lavoro per convincere Roma a concedere alla Valle d'Aosta una deroga rispetto alle rigide regole sull'immissione nei corsi d'acqua di pesci appartenenti a specie autoctone e non autoctone.
A causa dei recenti provvedimenti presi dal Ministero (leggi la lettera inviata ad Aostaoggi.it) quest'anno sono mancati gli abituali ripopolamenti con trote fario e iridee, inserite tra le specie ittiche non autoctone della Valle d'Aosta. Le riserve di pesca sono così rimaste chiuse e il turismo legato a questa attività è venuto a mancare.
L'argomento è stato discusso nell'ultima seduta del Consiglio Valle. «Sono cresciuto pescando trote fario e iridee e un giorno improvvisamente scopriamo che queste due specie sono appestanti», ha detto il consigliere leghista Stefano Aggravi firmatario di una interpellanza insieme al collega Dennis Brunod. La situazione «preoccupa non soltanto chi considera la pesca un passatempo, ma anche le attività dell'indotto principalmente di natura turistica», ha evidenziato Aggravi.
Secondo quanto affermato nella risposta dall'assessore all'Agricoltura e Risorse naturali le perdite dovute alla mancata apertura della pesca «possono essere stimate intorno ai 210.000 euro lordi». Le regole nazionali oggi «non lasciano molti spazi di manovra», ha ammesso l'assessore Davide Sapinet, tuttavia l'Amministrazione regionale insieme al Consorzio stanno predisponendo uno studio per trovare delle soluzioni. Una di queste è rappresentata da esemplari di fario e iridee sterili che potrebbero essere utilizzati per ripopolare fiumi e torrenti senza rischiare che si riproducano e "infestino" i corsi d'acqua.
Per ora comunque le trote fario e le iridee non possono essere immesse nei corsi d'acqua valdostani. Le specie autoctone sono le trote marmorate e il temolo, tuttavia «attualmente non risultano disponibili esemplari» da poter rilasciare in natura.
«Conoscendo le tempistiche per studi e valutazioni, quest'anno temo sia perso», ha replicato Aggravi. «Dobbiamo lavorare sul proseguo. Invito a fare pressione sui nostri rappresentanti a Roma perché si occupino anche dei pesci».
C.R.